Garbatella Jazz Festival 2016: incontro tra jazz e classica nel noto quartiere capitolino


Il 29, 30 Settembre e l’1 Ottobre La Villetta si animerà con il Garbatella Jazz Festival, giunto alla sua XII edizione, dando spazio all’incontro del jazz con la musica classica. La rassegna, totalmente gratuita, si propone di diffondere questo genere musicale e le sue eterogenee manifestazioni ad un pubblico ampio e variegato sia del quartiere capitolino sia dell’intera città. Il progetto è nato dalla collaborazione delle associazioni culturali Cara Garbatella ed Altrevie, con il sostegno della Polisportiva G. Castello.

La direzione artistica è di Pino Sallusti, che commenta in questo modo l’attuale edizione: “La scelta di dedicare il Festival 2016 all’incontro musicale tra jazz e classica non nasce dalla volontà di “violare” una musica intoccabile, come lo è la classica, ma di avvicinare linguaggi apparentemente distanti tra loro, trovandone le matrici che li accomunano e che suggeriscono spunti interessanti e creativi. Sono sicuro che il risultato piacerà al pubblico che ci verrà a trovare alla tre giorni del Festival”.

Ciascuna delle serate propone un doppio concerto con un gruppo principale che si esibisce dalle 21.30 ed un gruppo spalla che lo precede alle 20.30.

Giovedì 29 Settembre inaugura la tre giorni PLAY VERDI, composto da Nicola Puglielli (chitarra), Andrea Pace (sax tenore), Piero Simoncini (contrabbasso), Massimo D’Agostino (batteria). Il gruppo propone una rilettura in chiave jazzistica di alcuni Preludi di Giuseppe Verdi in un lavoro rispettoso delle partiture originali tra tradizione e innovazione, polifonia e improvvisazione. Giuseppe Verdi, pilastro del patrimonio musicale e culturale italiano, in un omaggio che arriva direttamente dal mondo del jazz. “Play Verdi” è il progetto ideato dal chitarrista e compositore Nicola Puglielli in occasione del bicentenario (1813-2013) della nascita del grande Maestro, divenuto un album dell’etichetta discografica Terre Sommerse. Si sviluppa come un laboratorio aperto nella reinterpretazione in jazz dei Preludi scelti tra le sue opere più celebri, come “Aida”, “Macbeth”, “Attila” e “Simon Boccanegra”, riarrangiati dallo stesso Puglielli e dal sassofonista Andrea Pace.

Gruppo spalla, i MOOD 5. La band, composta da Lamberto Armenia (alto sax), Gian Domenico Murdolo (sax soprano e baritono), Stefano Diotallevi (piano), Giuliano Stacchetti (basso elettrico e contrabbasso) e Vladimiro Nigro (batteria e percussioni), propone un repertorio strettamente originale e tiene in debito conto sia la melodia sia la forma canzone. Un punto di partenza classico che si fonde con un playing moderno e aperto a influenze che spaziano dal funky ai ritmi sudamericani.

Venerdì 30 Settembre sale sul palco MORE THAN CLASSIC DUO, formato da Alessandro Bonanno (piano) e Flavio Bonanno (tastiere) che si basano su improvvisazioni jazzistiche su temi e materiali musicali di compositori come Bach, Händel, Chopin, Brahms, Paganini e altri, seguendo la tradizione europea dell’improvvisazione in musica.

La band è preceduta da DOO BEE DUO, composto da Giada Pietrini (voce) e Carlos Fanelli (chitarra). È una formazione nata tra i “banchi” della SPMT (Scuola Popolare della Musica di Testaccio) e cresciuta con esperienze musicali e personali diverse, legate insieme da una bella amicizia. Questo progetto spazia dal jazz alla bossa nova, dal pezzo conosciuto a quello meno, ricercando nuove e vecchie sonorità per giocare con la musica.

Sabato 1 Ottobre si esibisce OPEN SPACE QUARTET. Iolanda Zignani (flauti), Cinzia Gizzi (piano), Pino Sallusti (contrabbasso), e Carlo Bordini (batteria) propongono una rivisitazione della Suite nr. 2 per flauto e trio jazz composta nel 1984 dal pianista compositore Claude Bolling (1930) per il flautista Jean‐Pierre Rampal. Claude Bolling (1930), virtuoso del piano e compositore, è stato fra i primi a realizzare nei suoi pezzi un’originale contaminazione in perfetto equilibrio fra il jazz nella sua forma più standard (il trio) e la musica classica, con riferimento specialmente a J.S. Bach. La seconda suite per flauto e trio jazz viene composta nel 1984 per il flautista Jean-Pierre Rampal, grande interprete della musica ‘seria’ del Novecento. La suite, in otto movimenti, è espressione del tipico stile di questo compositore: pezzi veloci e molto impegnativi dal punto di vista ritmico si alternano con segmenti più pacati e melodici, addirittura accattivanti (non a caso Bolling è anche apprezzato autore di colonne sonore).

A precedere, il TAMIA QUARTET di Alberto Ruggeri (sax tenore), Tommaso Castellani (piano), Benedetto Mercuri (contrabbasso), Roberto Ghersi (batteria). Il quartetto, che esiste da circa tre anni, propone un repertorio costituito da brani classici del jazz degli anni ’40 e ’50 con una improvvisazione conforme agli standard del periodo. Gli interpreti più visitati variano da John Coltrane a Jerry Mulligan, da Miles Davis a Clifford Brown a Bill Evans.

La tre giorni ha come sponsor tecnico la società Algoltour.

Progetto grafico di Carmela Di Giambattista.

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