HamleTown di Gianluca Paolisso al Teatro Tordinona di Roma, dal 10 al 12 febbraio


HamleTown, la città di Amleto, è l’ultimo sguardo su un mondo, l’attimo che precede l’Apocalisse.
HamleTown, la città di Amleto, si nutre di delitti, menzogne, soprusi, di emozioni e coscienze annullate: tutto al servizio di regole non scritte eppure incise a fuoco nella carne.
HamleTown, la città di Amleto, è preservazione del potere e stupida reggenza, è la violenza senza scopo, i piani non riusciti, un luogo in cui i fantasmi influenzano i vivi, dove l’ombra cala inesorabile.
HamleTown, la città di Amleto, riconosce tutti i suoi abitanti eccetto lo stesso Amleto e Ofelia, stelle in un universo estraneo: in loro l’amore, il dubbio, il desiderio di fuga oltre le cose, oltre la vita, li dove nessuno potrà mai trovarli.
HamleTown è il mondo che affonda, un buco nero, il simbolo più crudo della fine e allo stesso tempo la speranza dei sentimenti, di una lontana dolcezza da afferrare al volo.
HamleTown, la città di Amleto, è un poetico atto di denuncia, un inno al dubbio nel tempo del pensiero unico.

Note di Regia: Le vicende di HamleTown conservano lo scheletro del celebre Dramma shakespeariano, ma non indugiano o si accomodano nel novero delle tante riscritture, piuttosto si sviluppano in un arco narrativo del tutto differente.
La figura del Re Claudio diviene preponderante: le sue azioni e conflitti ci trascinano in un mondo sospeso sul ciglio del baratro, la cui unica salvezza sembrerebbe il continuo perpetrarsi della crudeltà. In lui il desiderio di potere, di assoluto, e anche una non lungimiranza di ciò che inevitabilmente dovrà accadere. La sua morte ne è l’esempio lampante.
Vicino al trono il braccio destro Polonio, “padre esemplare” e strenuo sostenitore della causa, e i due allegri gemelli, Rosencrantz e Guildestern, paladini della violenza senza scopo e dell’imperante stupidità.
A pochi passi Gertrude … donna facile o prostrata dagli eventi? Forse complice, priva di scrupoli, di certo una madre senza figlio.
E infine Amleto e Ofelia, i granelli di sabbia nell’ingranaggio, emblemi della sofferenza di chi non si riconosce nel mondo e cerca un altrove, purché lontano e irraggiungibile.
Il loro essere o non essere diviene un’amara filastrocca, l’ultima consapevolezza prima della partenza.
Una sola domanda aleggia in HamleTown: dopo tutto questo, le poche anime pure avranno la forza di ricongiungersi, di ritrovare l’amore perduto?

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