Silvia Costa su Corpo europeo di solidarietà: “Idea giusta ma con risorse dedicate e base giuridica definita”


“Il Corpo europeo di solidarietà è la risposta giusta per rafforzare il senso di comune appartenenza e di responsabilità dei giovani europei nelle situazioni di emergenza e di impegno sociale, e può essere la soluzione a esigenze specifiche di comunità territoriali. Serve però una base legale definita e risorse dedicate che non devono essere prese da altri programmi come ad esempio Erasmus”. Lo ha detto l’europarlamentare Silvia Costa al termine della votazione che questa mattina a Strasburgo ha dato il via libera alla risoluzione sul Corpo europeo di solidarietà in cui i parlamentari hanno chiesto alla Commissione Juncker di dedicare risorse ad hoc in collaborazione con le Agenzie nazionali giovani e una base giuridica definita del Corpo che deve mantenere un profilo di servizio civico. “Il Corpo europeo di solidarietà –prosegue Costa- non va confuso con il Servizio volontario europeo che nei suoi vent’anni di storia ha rappresentato il quadro di riferimento per il volontariato europeo ed extraeuropeo. Infatti lo SVE sostiene progetti di volontariato in Europa e Paesi Terzi di ONG aperti fino ai 30 anni. Il nuovo corpo, invece, si rivolge direttamente ai giovani che intendono svolgere esperienza di servizio civile in Europa in situazioni di emergenza e ma anche per azioni di solidarietà sociale, come sta avvenendo con progetto pilota IVOforAll, realizzato dall’Italia con Francia e Germania e quattro paesi osservatori”. “Il corpo di solidarietà – conclude l’europarlamentare- non si qualifica quindi come un ambito di occupazione ma come occasione di acquisizione di competenze, di cittadinanza e professionali che dovranno essere riconosciute dagli Stati Membri nell’ambito delle legislazioni nazionali e dell’EQF. Come avviene già in Italia, tra i primi stati a chiedere un servizio civile europeo, il nuovo corpo di solidarietà può essere inserito nelle opzioni della Garanzia giovani per rafforzare e acquisire esperienze e competenze civiche e sostenere l’occupabilità” .

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