Debora Caprioglio in scena al Teatro Tor Bella Monaca con “Callas d’Incanto” di Roberto D’Alessandro


Debora Caprioglio approda sul palcoscenico del Teatro Tor Bella Monaca il 12 e 13 maggio con CALLAS D’INCANTO di Roberto D’Alessandro. Protagonista dello spettacolo è Bruna, la fedele governante di Maria Callas al suo servizio dal 1953 al 1977.

“Lei – afferma l’autore Roberto D’Alessandro – è stata l’ombra della Callas e come una Vestale ne custodisce la memoria, i ricordi, l’idea di una donna che ha rappresentato tutta la sua esistenza, per la quale la sua vita ha avuto ed ha ancora una ragione che va al di là del semplice esistere. Bruna rappresenta la semplicità, la quotidianità, quella contingenza davanti alla quale non è possibile valutare il genio, del quale tuttavia si avverte la statura, del quale si venera l’immensità di pensiero, la vastità delle imprese. Così ascoltiamo la storia che ci racconta e ci troviamo al suo fianco a spiare quasi con vergogna i palpiti di quel cuore, la sua felicità, il suo tormento, tutta la tristezza del mondo. Cos’è un mito? Nelle religioni è la narrazione sacra di gesta e origini di Dei ed Eroi. Può essere l’esposizione di un’idea sotto forma allegorica: il mito della caverna in Platone. Può essere un’utopia, illusione: la sua fortuna è solo un mito. Per estensione è l’immagine idealizzata di un evento o di un personaggio che svolge un ruolo determinante nel comportamento di un gruppo umano.

Una leggenda Maria Callas è tutto ciò. La sua statura artistica ha diviso il mondo dell’opera in prima e dopo la Callas. La sua capacità di interpretazione ha strappato la scena operistica all’affettazione dei gorgheggi fini a se stessi, ed è riuscita a dare un’armonia ai personaggi del melodramma, mostrando sui palcoscenici di tutto il mondo un’anima in una voce. La Callas nel nostro racconto non è una voce in una donna, bensì una donna con una voce. Così la sua vita al di là della leggenda si consumò nella tragedia, vissuta in maniera totale da eroi. Esattamente questa dimensione mitica ha Bruna della Callas. La racconta con fervore e passione quasi religiosa, soffermandosi maggiormente sul tormento della sua anima. Una grande storia d’amore, dopo l’incontro con Aristotele Onassis. La loro relazione, ed il triste epilogo concorrono ancora di più a dare alla vicenda una sacralità mitica che pare sussurrare a tutti come la felicità non è di questa terra se due dei come loro non hanno potuto essere felici. Loro erano imperscrutabili, ignoti anche al fato che ineluttabilmente, senza clemenza, si attua. Bruna durante tutto lo spettacolo attende il ritorno della sua Madame. L’aspetterà per sempre, perché si sente come la tessera di un puzzle che completa un mosaico. Alla fine il desiderio di vedere entrare Maria Callas si fa irresistibile: “Madame – cioè la signora Callas non c’è, sta per arrivare.”  La divina non può entrare. Il suo corpo non è più tra noi anche se lei è ancora in mezzo a noi come un’idea, una leggenda, un mito.. per una serata d’incanto”.

Scritto e diretto da Roberto D’Alessandro
con Debora Caprioglio
luci e fonica Gabriele Neri
direttore di palco Ludovica Costantini
Associazione Teatroper

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