Teatro Trastevere di Roma

Doppio appuntamento al Teatro Trastevere con lo spettacolo di teatro-danza di Giuliana Maglia


Il Teatro Trastevere di Roma ospita un doppio appuntamento con la danza ed il teatro insieme: un connubio di realtà artistiche, la contaminazione dei generi che si fa spettacolo, il tutto ad opera di Giuliana Maglia, drammaturga e coreografa, da noi già ospitata con successo nella Stagione precedente.

Dal 12 al 13 gennaio My Time is not Your Time con Ylenia Dimauro, Emiliana Grosso, Giuliana Maglia, Eleonora Marrone, e la partecipazione di Diletta Brancatelli.

Una riflessione sul tempo:

“Il tempo inteso come tempo materiale, il tempo inteso come preciso periodo storico. Il tempo inteso nell’umano significato dello scorrere e non tornare indietro”

Quante volte questa società ci fa sentire “scaduti” troppo presto? Condizione che si presenta in tutti gli individui e spesso non ad un’età precisa: ci si può sentire “scaduti” anche a 20 anni, a seconda dell’evento, dell’aspirazione, del compito, del sogno, del contesto con cui ci confrontiamo. Questa condizione/sensazione di “scadenza” risulta molto più marcata nelle donne che devono far fronte più degli uomini al trascorrere del tempo sia da un punto di vista fisico / biologico, sia da un punto di vista lavorativo. E così, soprattutto scavallata la soglia dei 30 anni, le donne si sentono “scadute” ed in questo modo cercano con fatica e “in punta di piedi” di resistere alla sensazione di schiacciamento e chiusura che l’essere “scadute” comporta.
C’è ancora tempo per essere considerate?
C’è ancora tempo per sentirsi meravigliose o bisogna esserlo come questo mondo vuole?
Il lavoro di ricerca è volto a indagare una verità espressiva del gesto, provando a sviluppare un linguaggio del corpo che sia eloquente quanto le parole, gesti vivi che raccontano un tema.

Dal 14 al 15 gennaio invece ci sarà The Dark Side of the Moon con Elettra Carangio, Ylenia Dimauro, Emiliana Grosso, Giuliana Maglia, Eleonora Marrone.

Un omaggio in danza ai Pink Floyd per celebrare l’album omonimo. Il lavoro coreografico porterà lo spettatore in relazione con i lati oscuri dell’esistenza umana che verranno proposti in un susseguirsi di 9 quadri danzati, in cui danza e teatro si fonderanno l’un l’altro. Il crescente conflitto interiore, le piccole nevrosi dell’uomo contemporaneo, il rapporto ossessivo con il denaro, lo scorrere del tempo che ci scivola tra le mani, la solitudine e l’incapacità crescente di comunicazione fisica, la paura della morte, la follia: questi sono i temi principali che verranno affrontati con “drammatica ironia” dai 5 danzatori in scena.
“Come fantocci tirati e tenuti su da fili invisibili ci illudiamo di vivere la nostra vita da protagonisti essendo noi stessi e autentici ma in realtà siamo oggetti di qualcosa che sta al di sopra di noi”.
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