Alain Lamassoure: la modifica dei metodi di finanziamento Ue non indebolirà i governi


L’ idea è che in futuro l’Unione europea possa svincolarsi dai contributi diretti di bilancio da parte degli stati membri e possa adottare un sistema di “risorse proprie”, come è accaduto in passato. A sostenerlo, una relazione che verrà presentata giovedì in Parlamento. Il co-autore del testo, il deputato francese Alain Lamassoure, ha sottolineato come le proposte non implichino alcun nuovo trasferimento di potere dagli stati nazionali a Bruxelles.

Giovedì 12 gennaio Mario Monti, ex primo ministro italiano e commissario Ue, presenterà al Parlamento europeo una relazione contenente proposte su come l’Europa del futuro potrà dotarsi di un nuovo sistema di entrate (“risorse proprie”) per finanziare il bilancio.

Proprio in riferimento alla proposta, il nuovo commissario per il bilancio Günther Oettinger ha spiegato durante le audizioni coi parlamentari di lunedì 9 gennaio che vuole utilizzare questo rapporto nella prossima revisione intermedia del quadro europeo finanziario pluriennale dell’UE (QFP, il bilancio stilato ogni sette anni dall’Europa al cui interno si trovano i vari bilanci annuali).

Attualmente, l’80% del bilancio dell’UE è costituito dai contributi degli Stati membri sulla base del loro reddito nazionale lordo (RNL), che è la produzione complessiva compiuta da tutti i residenti di un determinato paese. A sua volta, il bilancio dell’UE rappresenta meno dell’1% del RNL di tutti gli Stati membri dell’UE e circa il 94% di esso viene reinvestito nello Stato membro che l’ha versato attraverso politiche europee in materia di agricoltura, infrastrutture, ricerca ecc. Nel 2014 Monti (insieme a un gruppo di professionisti scelti dal Parlamento) e il Consiglio (che rappresenta i governi europei e la Commissione) sono stati incaricati di rivedere le metodologie di finanziamento del bilancio per arrivare a un sistema migliorato che non gravi eccessivamente sugli Stati membri. Alain Lamassoure, Guy Verhofstadt (Belgio, ALDE), e l’ex eurodeputato bulgaro Ivailo Kalfin sono i rappresentanti incaricati dal Parlamento.

In vista della presentazione, Lamassoure ha evidenziato che dalla fine degli anni ‘80 i contributi nazionali hanno gradualmente integrato e infine sostituite le risorse proprie dell’Ue. Tale svolta ha comportato almeno uno svantaggio evidente: “Ogni volta che c’è una discussione in sede di Consiglio sul quadro finanziario pluriennale o durante i negoziati annuali di bilancio dell’UE – invece di discutere come finanziare progetti per raggiungere i nostri obiettivi comuni – ogni ministro ha una sola preoccupazione che riguarda come fare ad ottenere indietro quello che è stato dato dal proprio stato. L’ultimo dibattito sul quadro finanziario pluriennale nel 2013 è stato spaventoso”.

Soluzioni più convincenti – Ci sono altre possibilità previste dall’Unione, ad esempio sviluppando un nuovo sistema per ottenere le risorse finanziarie. Questo nuovo sistema potrebbe, ad esempio, includere alcune “risorse proprie” tradizionali, come i dazi sull’import da paesi terzi o i proventi dell’IVA.

A questo proposito, Lamassoure ha sottolineato che i tre rappresentanti del Parlamento hanno insistito sul fatto che la relazione finale non si limiti a una o due proposte, ma a una vasta gamma di possibili soluzioni per garantire l’equilibrio. Tale necessità potrebbe verificarsi quando, per citare in caso, un’imposta non sia in grado di generare un gettito conforme alle previsioni. Con una vasta gamma di soluzioni, il gap potrebbe essere colmato da altre misure e non rappresentare un danno per il bilancio dell’Ue.

Nessun potere in meno agli stati membri – La prima obiezione a questo nuovo sistema di reperimento fondi riguarda sicuramente le preoccupazioni dei governi nazionali che potrebbero vedere di cattivo occhio eventuali perdite di autonomia riguardo al proprio bilancio. “Naturalmente questo sarà la questione che argomenteranno i ministri delle Finanze – ha detto Lamassoure – È una questione fondata sulla malafede. Non c’è e non ci sarà un trasferimento di potere dagli stati membri all’Ue”.

Per comprendere meglio, Lamassoure ha spiegato che, per esempio, una decisione in merito a un eventuale supplemento IVA sarebbe presa dalle stesse persone che la deciderebbero a livello nazionale.

“A livello comunitario, avranno lo stesso ruolo che ricoprono a livello nazionale”, ha ulteriormente argomentato.

Più soldi, automaticamente – Il gruppo di lavoro guidato da Mario Monti non è stato incaricato di trovare modi per aumentare i finanziamenti all’Ue ma questa potrebbe rivelarsi una conseguenza positiva del lavoro. A spiegarlo, sempre l’eurodeputato Lamarousse.
“Finché finanziato da contributi nazionali, sarà politicamente impossibile aumentare il bilancio dell’Ue. Ma se si dispone come base di un’imposta indiretta, come l’Iva o la tassa sul carbone ecc, le risorse aumenteranno automaticamente con la crescita economica annuale. Quindi, senza nuove decisioni politiche e senza aumenti di spesa per il contribuente, avremo più fondi. Questa è l’idea”.

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