Elezioni provinciali. Il sindaco Gervasi: “Le Civiche pontine sono autonome e trasversali, pronte a lavorare per il territorio”


I gruppi  consiliari comunali di Aprilia, Bassiano e Sabaudia ed altri amministratori locali, hanno individuato in Giada Gervasi il candidato che, per loro, meglio rappresenta la sintesi del civismo, che può essere condivisa da chiunque cerchi quell’imparzialità ed autonomia per l’attuale consiglio provinciale e quello eligendo.

La Gervasi ha  ribadito in questi 4 anni la sua civicità ed autonomia, non intesa come guerra ai partiti (tra l’altro costituzionalmente riconosciuti), ma quale volontà di alcuni amministratori di superare metodi, schemi e personalismi con un unico obiettivo: l’amministrazione del territorio, un percorso di coerenza che si propone con un programma di 10 punti che già aveva elaborato con le amministrazioni di Aprilia e Bassiano nel 2014 e che vede la Provincia come Ente di sussidio e sostegno dei Comuni.

Tra i temi non possono mancare la valorizzazione del territorio e lo sviluppo economico, la tutela del paesaggio e dell’ambiente, la gestione dei rifiuti con l’obiettivo che si riesca a mantenere il ciclo degli stessi nell’ambito territoriale e mirando ai rifiuti zero, l’attuazione del referendum sulla pubblicizzazione dell’acqua e la tutela del territorio dai recenti problemi di siccità, la mobilità anche sostenibile e la viabilità. A questo punto, a pochi giorni dal voto che verrà espresso dai singoli sindaci e consiglieri comunali, il risultato – in ogni caso – vedrà la modifica o la conferma dello scenario politico della Provincia. Una provincia la cui esiguità delle risorse a disposizione, unita alla riduzione delle competenze in virtù di una riforma rimasta nel guado, limita di molto le possibilità di intervento di un Ente intermedio come la Provincia.

“Ma proprio per questo la ‘differenza’ possono e debbono farla le idee – commenta il sindaco di Sabaudia Giada Gervasi – Innanzitutto la Presidenza, che deve essere solo una sorta di “primus inter pares”, deve saper svolgere un ruolo di coordinamento riuscendo a far dialogare i territori al di là delle singole municipalità. Dobbiamo far ‘uscire’ la nostra Provincia da una dimensione localistica facendola conoscere per le sue straordinarie potenzialità. Dobbiamo smetterla di pensare alla Provincia solo come una sorta di dependance di Roma o di Napoli ma dobbiamo proporci nello scenario europeo  tutto insieme sia svolgendo una promozione comune che attivando in maniera omogenea rapporti di scambio. La Provincia può e deve farsi proponente e coordinatore di progetti di questo tipo. Ma soprattutto deve rappresentare le istanze del nostro territorio nel confronto dei più alti livelli istituzionali. Se vogliamo veramente dare risposte alle tante esigenze di servizi che giustamente i cittadini ci richiedono a partire da un accettabile livello di assistenza sanitaria o da infrastrutture viarie che consentano al nostro territorio di uscire dall’isolamento, anche qui dobbiamo uscire da quella logica di appartenenza partitica che ha sempre determinato uno sbilanciamento a favore di Roma.

Il confronto deve essere onesto e concreto sui temi anche perché non solo l’acqua ed i rifiuti sono i grandi temi, ma anche l’aeroporto, la viabilità interna, la bretella Cisterna Valmontone e il corridoio Roma- Latina, i danni derivanti al nostro litorale dal porto di Anzio e una sanità che vede un depauperamento del territorio in termini di strutture e competenze. Su questo alcuni fanno melina: perché non si parla di alta diagnostica ad esempio? Il nuovo Presidente della Provincia dovrà affrontare anche  questa questione nell’interesse di tutti e 33 i comuni.

Premesso ciò, mi lascia basita leggere sulla stampa locale le dichiarazioni di altri candidati alla presidenza in merito a temi, accordi e spartizione di poltrone. Mi compiaccio con quanto affermato dal sindaco di Latina sul fatto che non ci sta ad accordi, anche se mi sembra di aver capito, leggendo i giornali, che nel suo caso le intese ci sono. Non a caso ha partecipato a vari incontri con esponenti di forze politiche, fondando infine la sua candidatura sull’accordo con parte del Partito Democratico, elevandola ad unica designazione in grado di rappresentare l’intera provincia, in quanto sindaco del capoluogo e a suo dire il solo in grado di far deliberare all’unanimità i sindaci. Un atteggiamento che ritengo non rispettoso degli altri comuni: come a dire che se si è più piccoli in termini di territorio e popolazione, non si è in grado di governare il territorio provinciale. Un discorso del genere si commenta da solo. Sia più chiaro il sindaco Coletta e dica chi, secondo lui, non vuole acqua pubblica o rispetto della legalità. Basta con i proclami, si pensi concretamente a lavorare per il benessere di questa nostra Provincia. Dai sindaci di Sabaudia, Bassiano e Aprilia non c’è alcun muro, ma solo la volontà di mantenere la propria autonomia e identità civica. Il muro, probabilmente, è stato eretto da chi si è proposto come unica strada possibile, anche in forza del voto ponderale”.

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