BBS (Behavior Based Safety), la Sicurezza dei comportamenti


Da decenni ormai l’Italia si colloca in fondo alla classifica europea quando si parla di infortuni sul lavoro. Questo dato è molto importante se prendiamo in considerazioni due aspetti: innanzitutto negli ultimi anni si è registrato un forte aumento della migrazione delle aziende italiane in Paesi dell’Est europeo o dell’Estremo Oriente, per non parlare poi del grande numero di enti e di istituzioni che si dedicano allo studio e alla sorveglianza in materia di sicurezza; il risultato è che un operaio, in Italia, deve aspettarsi di subire in media ben più di cinque infortuni nel corso della vita lavorativa. Negli studi sulle cause di questo fenomeno è ben evidenziato l’aspetto quantitativo degli eventi infortunistici, quasi un milione nello scorso anno, ai quali devono essere probabilmente aggiunti centinaia di migliaia di casi che sfuggono alla registrazione ufficiale. I recenti studi concordano sul fatto che oltre l’80% degli infortuni è determinato da comportamenti insicuri piuttosto che da condizioni strutturali e da strumentazione tecnica inadeguata: “l’errore umano” è quindi alla base degli infortuni. È noto a tutti che raramente un camion o un’automobile sfuggano al controllo dell’autista a causa del cedimento di un semiasse. Giocare con il cellulare, rivolgere lo sguardo verso un documento appoggiato sul sedile o guidare in stato di ebbrezza sono cause assai più frequenti di incidenti. Allo stesso modo l’indisponibilità dei dispositivi di protezione individuale è solo una scusante: nella maggior parte dei casi il casco o gli otoprotettori sono presenti ma semplicemente non vengono usati; la transenna c’è, ma viene aggirata. Nessun veicolo dotato di cestello elevatore è oggi prodotto privo di stabilizzatori efficienti; il ribaltamento è quasi sempre frutto della loro mancata estensione o dell’averne ignorato le norme d’uso. Purtroppo in Italia i due principali elementi su cui fa perno la ricerca di riduzione degli infortuni sono certamente la formazione, sul versante della prevenzione e il sistema ispettivo-sanzionatorio. Informazione, formazione e comunicazione sono considerati elementi chiave per la prevenzione di incidenti e di infortuni. L’esaltazione riposta in questi tre fattori ha fatto sì che per molte aziende la triade informazione/formazione/comunicazione diventasse rapidamente sinonimo di mero adempimento obbligatorio, più che altro a scopo di autodifesa in caso di ispezioni da parte degli organi competenti. Corsi di formazione talvolta obsoleti sono diventati routine. Tuttavia, per quanto non si possa negare l’importanza di formazione e di informazione per chi non sa quali siano le azioni di sicurezza da compiere durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, raramente i corsi sulla sicurezza hanno dimostrato la loro totale efficacia. Non è raro, infatti, che l’esito dei corsi sia valutato su parametri inadeguati, quali la percentuale di risposte esatte, invece di misurare l’efficacia della formazione prima-dopo, sul posto di lavoro; oppure la somministrazione di esami scritti di fine corso, senza avere preventivamente somministrato il test all’ingresso. La gran parte dei test assume, inoltre, la forma di questionario, magari a risposta multipla, trascurando del tutto il parametro fondamentale dell’apprendimento on-site. È frequente, infatti, che a valle di un incidente grave si scateni la corsa alla ricerca della colpa invece che della causa. Viene perseguita e multata, pertanto, l’impresa che non abbia ottemperato scrupolosamente alla normativa sulla formazione o sulla dotazione di dispositivi di protezione individuale. Alla fine degli anni ’70 si sono sviluppati, dapprima negli Stati Uniti e successivamente nei Paesi anglosassoni e in Giappone, metodi di controllo dei comportamenti di sicurezza fondati esclusivamente sulle scoperte della ricerca scientifica. Un gruppo di psicologi del comportamento ha definito in dettaglio il protocollo denominato BBS (Behavior Based Safety), che costituisce attualmente l’unica disciplina per la sicurezza rigorosamente fondata sulle leggi scientifiche del comportamento umano e l’unica che consente di ridurre drasticamente il numero di incidenti in modo documentato e con prove reali.

Questa metodologia esclude le metodiche basate solo su visite ispettive e sanzioni per imprese o lavoratori, ed introduce metodologie per la riduzione degli infortuni fondate esclusivamente su prove di efficacia. La BBS è oggi una disciplina applicata in tutto il mondo. Essa ha dimostrato, attraverso migliaia di esperimenti ripetuti, che il comportamento umano, incluso il comportamento di sicurezza, è richiamato dagli stimoli che lo precedono (per esempio, un cartello di divieto o un segnale d’allarme) ma è aumentato o inibito dagli stimoli che si presentano immediatamente dopo la sua emissione (per esempio, il consenso o l’ironia dei colleghi, il fastidio generato dal casco).Una delle scoperte più importanti di queste ricerche è che la rivoluzione della sicurezza, basata sui comportamenti, passa attraverso la sostituzione del sistema di verifiche ispettive e di sanzioni con un sistema opposto, di misurazione continua e di riconoscimenti o di feedback giornalieri e settimanali contingenti ai comportamenti di sicurezza di ciascun lavoratore. Una delle scoperte più importanti della BBS, è che il comportamento umano può essere inibito, sicuramente, dalla punizione, ma nessun comportamento può essere instaurato, aumentato, se non attraverso l’adozione di conseguenze positive, gratificanti per il soggetto. La procedura attraverso la quale si attua questo aumento della probabilità di ricomparsa del comportamento prende il nome di rinforzo positivo e costituisce il cuore della BBS. In sintesi, il sistema ispettivo­ sanzionatorio della sicurezza, attuato in Italia, è in grado, se attuato con estremo rigore, di inibire i comportamenti a rischio, senza però sostituire quei comportamenti pericolosi con i comportamenti corretti. La realizzazione concreta di un processo di sicurezza, basato sui comportamenti nell’impresa, si articola in fasi distinte e successive: analisi documentale, stesura di questionari, costituzione di un gruppo direttivo e di progetto, formazione, identificazione dei comportamenti, costruzione di elenchi, costruzione di un gruppo di attuazione, costruzione di gruppi di osservazione, training sulle tecniche di leadership, assessment, analisi funzionale, realizzazione di schemi di rinforzo, analisi dei risultati e messa in atto degli schemi intermittenti. Le ricerche condotte durante trent’anni di applicazione delle tecniche di Behavior Based Safety hanno dimostrato la superiorità del metodo in quanto ha la capacità di promuovere i comportamenti sicuri e di ridurre gli incidenti associati ai comportamenti indesiderabili. Questa scoperta è quanto di più efficace la ricerca abbia prodotto nel campo della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della riduzione del numero di infortuni. Attuare un intervento di BBS produce grandi risultati, ma solo se attuato da professionisti competenti. L’intervento di BBS deve essere attuato da un esperto, che abbia una solida preparazione teorica e pratica. Il modo migliore per accertarsi dell’effettiva capacità tecnica di un consulente o di un safety manager è di verificare il suo iter formativo e professionale.

Clicca qui per visualizzare ABC della Sicurezza ad uso dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Newsletter

[wysija_form id=”1″] [flagallery gid=410]

Guarda anche...

colosseo latina

Latina: Colosseo e Palazzo di Vetro, gruppo interforze al lavoro

“Il Comune di Latina è parte attiva di un processo complesso, integrato, di rilancio della …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *