Impianto di rifiuti speciali a Colle d’Alba: accolta l’istanza del Comune di Sabaudia

Comune di Sabaudia

Nessun impianto rifiuti speciali verrà realizzato in via Colle d’Alba di Levante a Borgo San Donato. La Provincia di Latina ha accolto l’istanza avanzata dal Comune di Sabaudia annullando d’ufficio, in sede di autotutela, la “determinazione della conclusione positiva con prescrizioni della Conferenza di Servizi in merito all’autorizzazione Unica di Impianti di trattamento e recupero di rifiuti della società Ferpec”.

L’Amministrazione aveva attivato i procedimenti opportuni in tutte le sedi competenti per contrastare l’attivazione dell’impianto: dall’opposizione al Consiglio dei Ministri, a quella nei confronti dell’ Ente di via Costa, alla costituzione in giudizio davanti al Tribunale amministrativo regionale per gravi vizi di forma e istruttoria e per la mancata valutazione del pesante impatto che la struttura avrebbe potuto avere sul territorio con importanti ripercussioni ed effetti irreversibili sull’ambiente circostante.

L’annullamento arriva dunque al termine di una serie di atti e accertamenti avviati dal Comune di Sabaudia all’indomani della Determinazione della Provincia che autorizzava di fatto l’impianto. Ad aprile scorso, l’Area Vasta Tecnica – Settore VIII – Ambiente, SUAP e SUE Patrimonio – servizio abusivismo, alla luce di verifiche ispettive presso il sito che avevano evidenziato la presenza di abusi edilizi, aveva intimato la rimozione delle opere effettuate in assenza dei titoli abilitativi. Nella Conferenza dei Servizi convocata il 30 aprile scorso è risultata inoltre la mancanza della titolarità della disponibilità del sito nonché, sulla base dell’Ordinanza Comunale, la non conformità della destinazione d’uso degli immobili rispetto agli atti concessori e la violazione delle opere realizzate.
La conferma di quanto rilevato dall’azione propulsiva del Comune di Sabaudia arriva – scrive l’Ente di via Costa nell’atto di annullamento – da quanto comunicato in atti proprio dalle Società stesse dai cui si evince “la mancata disponibilità dell’immobile e del sito destinato allo svolgimento dell’attività (…) evidenziando una condizione diversa da quanto dichiarato”.

Venuti meno i requisiti essenziali richiesti per la presentazione dell’istanza di autorizzazione, la Provincia ha deciso di annullare d’ufficio in sede di autotutela l’autorizzazione precedente.

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