Giallolatino: martedì 20 agosto chiusura del festival con ospite d’onore


Domani è l’ultimo atto del festival giallolatino, premio del giallo e noir giunto alla XIII edizione. Infatti martedì 20 agosto in piazza del Comune a Sabaudia alle 21 quattro autori incontreranno il pubblico parlando delle tragedie del ‘900 in nome del ‘Mai più’.

E il tema che verrà affrontato è di scottante attualità. È la memoria che affiora, che combatte l’indifferenza, che non vuole dimenticare ferrite e cicatrici, perchè l’esericio del ricordare è l’unico antidoto all’indifferenza e all’ipocrisia. Temi che abbracciano i drammi dei desaparecidos argentini e cileni oltre che delle guerre balcaniche in nome della pulizia etnica.

In nome del ‘Mai Più’ un incontro sui drammi del secolo scorso. Dal dramma degli esuli italiani dopo le purghe titine raccontato da Diego Zandel, esule fiumano, a Paolo Tagliaferri col romanzo ‘Io mi chiamo Miguel Enriquez’, che tratta dell’orribile dramma dei desaparecidos in Cile dopo il golpe di Pinochet, alla giornalista Patricia Mayorga, autrice de ‘Il Condor nero’, giornalista e scrittrice che si batte per i diritti umani. Si affronteranno vari temi che vanno dai diritti umani al diritto positivo, incastonato all’interno delle leggi e degli ordinamenti degli Stati. Arricchiscono questo parterre d’eccezione Nicola Viceconti, scrittore della memoria votato al recupero del Nunca Màs dei desaparecidos dell’America Latina, che presenterà il suo ultimo ‘Nora Lopez. Detenuta N. 84’, ed Ernesto Berretti, autore del romanzo ‘Non ne sapevo niente’, ambientato e dedicato invece al dramma dei Paesi dell’Est europeo. Conduce Gian Luca Campagna e Diego Zandel.

In particolare Patricia Mayorga racconterà ‘Il Condor nero’, di come dopo il colpo di stato di Pinochet in Cile il 6 ottobre 1975, a Roma, viene ferito in un agguato Bernardo Leighton, ex vicepresidente del Cile di Salvador Allende, espulso dal paese perché considerato un pericoloso nemico della dittatura. L’attentato fa parte di un’operazione pianificata dal regime militare per annientare le forze di opposizione, che prevede l’eliminazione di altri due personaggi: il generale Prats, ucciso l’anno precedente, e l’ex ministro socialista Letelier, che verrà assassinato l’anno dopo. Le indagini indicano due militanti dell’estrema destra italiana come autori materiali dell’attentato: sono Stefano Della Chiaie, di Avanguardia nazionale, e Pierluigi Concutelli, di Ordine nuovo. Ancora, in ‘La donna del riscatto’ racconterà la vita avventurosa e colma di soprafazioni e violenze di Michelle Bachelet, nuova pesidente cilena.

Nicola Viceconti, scrittore della memoria e sociologo, votato al recupero del Nunca Màs dei desaparecidos dell’America Latina. Novelas por la identitad. Attualmente socio di 24 marzo Onlus, associazione dedicata al sostegno dei familiari dei desaparecidos. La produzione letteraria di Nicola Viceconti è fortemente connotata dalla passione per la cultura, la storia e i fenomeni socio-politici dei paesi latinoamericani, nonché da un generale impegno a favore della tutela dei diritti umani. La manifesta inclinazione per le storie ambientate in paesi latino-americani, lo ha spinto ad analizzarne in particolar modo i sistemi dittatoriali nella decade degli anni settanta e il fenomeno della desaparicion. Il suo articolato percorso formativo lo ha portato a maturare la necessità di indagare sulle problematiche relative all’identità integrando alla scrittura un’approfondita attività di documentazione storico-sociale, assidue esplorazioni e ricerche nel corso di frequenti viaggi e soggiorni nei luoghi di interesse (Centri della Memoria), nonché l’adesione alle associazioni in difesa dei diritti umani. La partecipazione attiva a diverse manifestazioni culturali gli hanno favorito l’incontro di persone direttamente coinvolte nel dramma della dittatura. La scrittura per Nicola Viceconti costituisce un atto di responsabilità che presenterà il suo ultimo ‘Nora Lopez. Detenuta N. 84’ e in ‘Due volte ombra’. Racconterà di come quel 24 marzo 1976 le Forze armate argentine rovesciarono il governo costituzionale e impiantarono un regime di terrore organizzato che fino al 1983 fece sparire almeno trentamila persone. Le vittime venivano rinchiuse in luoghi segreti e seviziate anche per mesi, gettate ad affogare nel Rio de la Plata o caricate su aerei militari per essere scaraventate nell’oceano con il ventre squarciato, per evitare che i corpi tornassero a galla. Ci furono anche centinaia di neonati tra i sequestrati. Sottratti ai loro genitori, furono dati in adozione clandestinamente a famiglie vicine alla dittatura. Esistevano delle vere e proprie liste di bambini ‘rubati’. Il dramma di uno di questi nietos depredati ai desaparecidos argentini è ricostruito da “Due volte ombra”, nella storia di una neonata trafugata dai militari che, da adolescente, si ricongiunge alla sua vera famiglia ed è costretta a mettere in discussione l’intera esistenza. Il volume è arricchito dalla toccante testimonianza di uno dei nietos ritrovati dalle Abuelas de Plaza de Mayo e contiene una nota di Estela Carlotto, presidente delle “Nonne”.

Invece ne L’altra forma dell’assenza racconterà di un anziano cachichinero (venditore di cachichín, piccolo frutto tipico di Misantla, Veracruz) svela a un amico speciale la visione della vita di un intero popolo, fatta di leggende, frutta sacra, speranze e premonizioni. Attraverso i vissuti di tre personaggi, tratteggia il sapore del Messico, che invade l’anima come la nostalgia della terra natia quando richiama il passato.

Paolo Tagliaferri in ‘Io mi chiamo Migiel Enriquez’ affronta il dramma cileno. Il più classico degli inizi per una storia che classica non è. Una stazione dei carabinieri, una notte di temporale, un uomo che sembra ricordare Il proprio nome. Un mistero crescente attraverso il quale la storia di un paese martoriato come il Cile, bussa, con le sue mani insanguinate, alla porta del maresciallo Massimo Alatri, Max per gli amici e svela i retroscena di un delitto dimenticato. La ricerca, la caccia e L’uccisione da parte della DINA, la feroce polizia segreta di Pinochet, di un uomo che credeva nelle proprie idee e nella liberazione dell’umanità. Un fatto di sangue epico, dove cacciatore e preda, per uno scherzo del destino, portano lo stesso nome: Miguel. Con una narrazione drammatica e serrata, fatta di salti temporali e sequenze cinematografiche, Tagliaferri assolve quello che per Derek Raymond, il maestro inglese del noir, è uno dei compitiprincipali dello scrittore: “ misurare ciò che è stato dimenticato”. Il racconto porta la prefazione di Emilio Barbarani, Segretario di Legazione presso l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile al momento dei fatti attinenti “Io mi chiamo Miguel”, che lo stesso ha raccontato nel suo bellissimo libro Chi ha ucciso Lumi Videla (Mursia, 2012). Barbarani, successivamente, è stato Ambasciatore italiano presso la stessa Ambasciata.

Ernesto Berretti, ha cinquant’anni, vive a Civitavecchia, è sottufficiale della Guardia di Finanza, tecnico di canottaggio, ora scrittore esordiente, con una non-fiction che sta portando in giro in affollate presentazioni il suo “Non ne sapevo niente” narra della sua esperienza come finanziere nel Servizio Navale del Corpo, nquando el 1995 è stato uno dei sottufficiali italiani che hanno composto un terzo dei 270 militari del contingente multinazionale dell’Unione di difesa Europea (UEO), impegnato dal 1993 al 1995 a interdire il traffico commerciale da e per la Serbia. Era la Danube Mission UE in Romania. Alla dissoluzione della Jugoslavia, segui il conflitto armato tra le etnie nei Balcani e dopo l’embargo disposto dall’Onu otto stati Europei, tra i quali l’Italia, fornirono per i tre anni della missione Danubio il personale per l’operazione di polizia doganale di controllo del traffico fluviale, con l’obiettivo di indebolire i miliziani serbi.

Da maggio a dicembre del 1995, Berretti è stato un basco blu della UEO a Calafat, sulle rive del Danubio, nel distretto di Dolj di una Romania che si era appena affrancata dalla dittatura di Ceausescu. Allora, Ernesto e gli altri non erano affatto consapevoli delle ragioni dei conflitti nei Balcani e di quello che c’era oltrecortina. Vigilavano sul rispetto del blocco commerciale imposto per cercare di riportare la pace nei Balcani.

L’appuntamento è Martedì 20 agosto ore 21 . Piazza del Comune . Sabaudia

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