Discorso del sindaco Coletta all’inaugurazione del monumento “Inclusione”


Oggi si inaugura un monumento intitolato a Eunice Kennedy, fondatrice degli Special Olympics, il più grande movimento sportivo del mondo cui aderiscono 190 Paesi che ha contribuito a sensibilizzare gli americani e il mondo intero sui diritti dei portatori di handicap.

E di questo ringrazio la Fondazione Varaldo Di Pietro, in special modo il Dr. Gianni Di Pietro, per la donazione fatta all’intera collettività di Latina.

È di fatto un monumento ai valori dell’inclusione, dell’integrazione e della solidarietà.

E quando facciamo riferimento a questi valori parliamo di Libertà e Democrazia.

E quando parliamo di Libertà e Democrazia dobbiamo fare necessariamente riferimento al “Manifesto di Ventotene”, la splendida isola della nostra provincia luogo simbolo dell’Europa unita.

Vi chiederete cosa c’entra Ventotene con il monumento che andiamo ad inaugurare?

Il Manifesto di Ventotene formulato da Altiero Spinelli, cui prossimamente dedicheremo uno spazio all’interno del Parco Falcone e Borsellino, da Eugenio Colorni e da Ernesto Rossi e pubblicato nel 1944.

La grandezza di questi uomini sta nell’aver visto, al di là delle apparenze, la linea evolutiva profonda della storia contemporanea. Ebbero la forza intellettuale di lanciare l’idea degli Stati Uniti d’Europa in un momento in cui gli orrori del nazismo e del fascismo si consolidavano e si espandevano.

Con il progetto degli Stati Uniti d’Europa si intendevano creare le condizioni istituzionali e sociali per rendere le nostre democrazie durevoli nel tempo in opposizioni ai sovranismi imperanti.

È probabilmente grazie a questa idea di Europa che si è riusciti a garantire 75 anni di pace nel nostro continente.

Una pace che è stata sancita poi nel 1948 dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla nostra meravigliosa Costituzione.

Entrambe mettono al centro la persona senza alcuna forma di discriminazione come recita l’art. 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Questo articolo rappresenta la base su cui costruire una società civile basata sui diritti e ovviamente sui doveri.

Purtroppo in questo tempo della storia stanno saltando i valori che quei diritti sottendono e sostengono.

Il 10 dicembre ho avuto l’onore di rappresentare la comunità di Latina nel corteo dei Sindaci scesi in corteo per Liliana Segre, un bene comune da tutelare e concordo con la proposta della sua candidatura al Nobel per la Pace, per ribadire che “l’odio non ha futuro”. Eravamo tanti sindaci a ricordare che una società civile va costruita sui valori del rispetto, dell’integrazione, dell’inclusione e della tolleranza. Ed è per questo che la città di Latina ha voluto recentemente conferire la cittadinanza onoraria, con voto unanime del consiglio comunale, a Liliana Segre e a Sami Modiano. Perché la memoria è il vaccino contro l’indifferenza.

Dobbiamo saper accettare le diversità, saper tutelare le persone più fragili.

Cito una frase tratta da uno scritto di Barak Obama: “Una delle cose che rendono grande il nostro Paese è che la nostra unione non si basa sui legami di stirpe, sul nostro aspetto, sui nostri cognomi, sul luogo di provenienza dei nostri genitori o dei nostri nonni, né da quanto tempo siano arrivati ma sull’adesione al credo comune che siamo stati tutti creati uguali. Dotati dal nostro creatore di diritti inalienabili”.

Perché nessuno sceglie dove nascere.

Il bambino della Somalia non sceglie di nascere nella Somalia, così come quello della Norvegia.

Il bambino dello Yemen non sceglie se stare o non stare in guerra. Cosi come non ha potuto scegliere il ragazzo del Mali morto annegato nel Mediterraneo con la sua pagella con tutti 10, cucita all’interno del giubbotto. Era la sua identità. Il suo documento d’identità.

Così come la persona disabile non sceglie di avere la sua disabilità.

Ma noi possiamo scegliere.

Possiamo scegliere se tendere una mano per aiutare chi sta affogando, in coerenza con il principio di reciprocità che sostanzia il legame sociale, possiamo scegliere se dare un futuro a chi è nato qui, a chi ha scelto di studiare qui, di rispettare le nostre leggi e la nostra Costituzione.

È questo il codice e l’abc della società civile che deve avere l’obbligo di non lasciare indietro chi è più fragile.

E lo sport, la forza dello sport si basa proprio sui valori del rispetto, della capacità di aggregazione, dell’integrazione, dell’inclusione e della solidarietà di cui Special Olympics è la massima espressione.

Per questo oggi inauguriamo questo monumento all’inclusione intitolato a Eunice Kennedy.

È lei che ha avuto il grande merito di trasformare la vita di tantissime persone nel mondo con disabilità mentale attraverso gli Special Olympics.

Cito ancora Barak Obama: “Eunice ha insegnato alla nostra nazione e al mondo che nessuna barriera fisica o mentale può limitare il potere dello spirito umano”.

Latina deve essere molto orgogliosa di questa opportunità, soprattutto perché un monumento come questo esprime valori di cui potranno e dovranno far tesoro le future generazioni.

È un monumento che deve diventare identitario per una comunità inclusiva e solidale, che sappia prendersi cura dell’altro.

Vorrei chiudere con le parole di John Kennedy: “Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, non possiamo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità”.

Damiano Coletta

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