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Agenzie dell’UE: conti ancora in ordine e buona flessibilità in risposta alla pandemia


Nei diversi Stati membri, le agenzie dell’UE si sono ben adattate alle circostanze inedite della pandemia di COVID-19, conclude la Corte dei conti europea nella relazione di audit annuale sulle agenzie dell’UE per l’esercizio finanziario 2020.

La Corte conferma che la gestione finanziaria delle agenzie gode di buona salute, come negli esercizi precedenti, e che non ha risentito eccessivamente degli effetti della pandemia.

Persistono carenze nei controlli interni di alcune agenzie, mentre le debolezze nelle procedure di appalto pubblico restano la principale fonte di irregolarità. Inoltre, la pandemia non ha favorito i progressi nella gestione del bilancio e delle risorse umane, che per alcune agenzie è stata problematica nel 2020.

“La pandemia ha posto sfide particolari nella gestione finanziaria delle agenzie dell’UE, che operano in contesti nazionali diversi e secondo misure sanitarie differenti”, ha affermato Alex Brenninkmeijer, il Membro della Corte responsabile della relazione.

“La Corte ha rilevato, tuttavia, che queste agenzie hanno applicato in modo sistematico le rispettive strategie di gestione delle crisi, con il sostegno della Commissione europea e in coordinamento fra loro grazie alla rete che le accomuna.

Sono riuscite ad adattare il proprio lavoro alla situazione senza precedenti causata dalla pandemia e a mantenere i propri conti in ordine, in modo analogo a quanto constatato dalla Corte negli esercizi precedenti”.

La Corte ha esaminato i conti di 41 agenzie e altri organismi dell’UE, compresi i rendiconti finanziari e le relazioni sull’esecuzione del bilancio 2020, nonché la legittimità e regolarità delle operazioni alla base di tali conti.

Ha certificato l’affidabilità dei conti ed ha formulato giudizi di audit positivi sulla legittimità e regolarità delle entrate per tutte le 41 agenzie. La Corte ha certificato la legittimità e regolarità dei pagamenti sottostanti i conti di tutte le agenzie tranne l’ACER (cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia), l’eu-LISA (sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia) e l’ENISA (cibersicurezza).

Per queste tre agenzie è stato espresso un giudizio con rilievi, principalmente a causa di irregolarità nelle procedure di appalto e di lacune nelle procedure di delega per l’autorizzazione di operazioni di bilancio.

Inoltre, sulla base del campione di operazioni sottoposto ad audit per l’esercizio finanziario 2020, la Corte ha rilevato 54 carenze (rispetto alle 82 per l’esercizio finanziario 2019).

Tali carenze riguardano perlopiù i controlli interni, le procedure di appalto pubblico, la gestione delle risorse umane e del bilancio.

Per quanto riguarda quest’ultimo, i problemi rilevati andavano dalla cattiva gestione delle commissioni ai pagamenti in ritardo, all’incorretta comunicazione di informazioni sui contributi ricevuti, nonché al calcolo errato dei contributi dei paesi diversi dagli Stati membri dell’UE ai bilanci delle agenzie.

Inoltre, la Corte punta il dito sul ricorso eccessivo ai riporti da un esercizio finanziario a quello successivo, che può essere indicativo non solo di ritardi nell’attuazione dei programmi di lavoro, ma anche di problemi strutturali o di una debole pianificazione di bilancio.

Le questioni relative agli appalti pubblici restano la principale fonte di pagamenti irregolari: dalla verifica di alcuni contratti sono emerse carenze quali soprattutto mancanza di concorrenza, debolezze nel processo di valutazione delle offerte e problemi di attuazione del contratto.

La Corte invoca inoltre un rafforzamento dei controlli interni delle agenzie, specie prima dell’autorizzazione delle operazioni.

La Corte ha completato il proprio audit finanziario annuale analizzando il modo in cui le agenzie dell’UE hanno gestito e organizzato la propria risposta alla crisi della COVID-19.

Avendo esaminato le misure di continuità operativa, la capacità decisionale e l’operatività ordinaria, la Corte ha concluso che le agenzie dell’UE hanno agito per impedire che la loro situazione finanziaria risentisse eccessivamente della pandemia e hanno continuato a tener fede al proprio mandato, seppur ad un ritmo più contenuto.

Quanto ai programmi di lavoro e attività, la pandemia ha indotto a modificare radicalmente l’ordine di priorità per risorse e attività pianificate a favore di attività connesse alla COVID-19.

Gli esempi più significativi si ritrovano nel settore d’intervento della sanità: per le agenzie UE competenti (ECDC, EMA), la risposta dell’Unione alla pandemia è divenuta l’occupazione prevalente.

Infine, la Corte ha rilevato un generale aumento delle criticità riguardanti la gestione delle risorse umane nelle agenzie dell’UE. In questo ambito, in particolare, il rallentamento delle assunzioni all’inizio del 2020, principalmente dovuto alla COVID-19, ha creato il rischio di future strozzature.

Informazioni sul contesto

Il documento “Sintesi dell’audit sulle agenzie dell’UE per il 2020” espone in maniera sintetica le risultanze degli audit espletati dalla Corte sui conti dell’esercizio finanziario 2020 per le 41 agenzie dell’UE e altri organismi dell’Unione rientranti nel suo ambito di competenza in quanto revisore esterno delle finanze dell’Unione europea.

L’ELA e l’EPPO non sono state sottoposte ad audit nel 2020, in quanto non erano autonome finanziariamente.

Il documento, nonché la versione integrale della relazione annuale per il 2020, sono disponibili sul sito Internet della Corte in inglese; a breve seguiranno le altre versioni linguistiche.


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