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Marco Massimi

Marco Massimi. Lupi e sciacalli al Circeo. Quando la comunicazione non funziona


Marco Massimi, candidato per Azione al consiglio comunale, interviene sul tema degli avvistamenti di sciacalli e lupi nel Parco Nazionale del Circeo: “Fino a non troppi anni fa, all’udire la parola ‘sciacallo’, tuttalpiù avrei pensato agli sciacalli dei documentari che banchettano tra gli avanzi dei leoni.

Poi gli anni di studi naturalistici hanno sedimentato ed oggi la parola ‘sciacallo’ ha un significato preciso per me. Non tutte le persone, però, sono tenute ad avere una preparazione naturalistica e di questo un Parco Nazionale dovrebbe tenerne conto, prima di affrettarsi a lanciare una notizia altisonante.

Non entro nel merito degli aspetti scientifici degli avvistamenti di sciacalli e di lupi nel nostro territorio, perché è competenza del Parco e di persone ben più preparate di me su questo tema.

Sarebbe veramente presuntuoso e arrogante da parte mia esprimermi su argomenti che non mi appartengono direttamente, ancorché vicini al mio lavoro di botanico”.

Il candidato continua, soffermandosi sulla modalità comunicativa dell’ente parco: “Intervengo sul tema, dunque, non come naturalista, ma come cittadino di una città immersa in un Parco Nazionale, dal quale si aspetterebbe una comunicazione più partecipata ed esaustiva di quello che avviene al suo interno.

Annunciare a mo’ di strillone della presenza di lupi e sciacalli appena fuori dalla porta delle nostre case, senza argomentare la notizia e né accompagnarla con adeguata campagna di informazione, educazione e, concedetemi, anche di rassicurazione, è semplicemente un’opportunità mancata.

Poteva essere l’occasione, infatti, di rivalorizzare l’immagine di un Ente che, in tutta onestà, sul fronte comunicativo ne esce un po’ ammaccato.

Si sarebbero potuti avviare incontri per informare la popolazione al riguardo, per smentire false notizie di introduzioni volontarie, per sensibilizzare ed educare i cittadini alla convivenza e, soprattutto, per rassicurarli sulla totale assenza di pericolo, se non per questi stessi animali”.

E prosegue: “Le reazioni accalorate e indignate per le normali attività di gestione faunistica e floristica, le notizie deformate che circolano sulle presunte introduzioni e la legittima preoccupazione per i loro avvistamenti, magari le si sarebbero potute accogliere e veicolare in incontri tra la cittadinanza, il Parco ed i suoi tecnici ed esperti incaricati”.

Infine, conclude: “Non sto tirando le orecchie al Parco. Sto solamente auspicando una nuova sinergia tra i vari attori del territorio, affinché si possano iniziare a ricucire i vari strappi che si sono creati nel tempo ed instaurare un rapporto comunicativo più collaborativo e condiviso, reciprocamente costruttivo e non più conflittuale, con cui intraprendere un percorso di convivenza sostenibile per tutti”.


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