La Storia


Seppure moltissimi furono gli errori commessi in quegli anni, dare un podere, una casa, un lavoro a tante persone che ne erano prive, distruggere la malaria, far nascere ospedali, scuole e servizi, non fu cosa di poco conto e la gente che qui vive ne è; pienamente consapevole, aldilà; di ogni considerazione politica.

La Fondazione

 

lestra_torre
Una vera rarità, questa lestra e sita ove oggi la Torre del Comune. (Dono del Sign. Franco Brugnola)

Un giorno, nel mese di aprile 1933, lasciammo la “carrareccia” che portava alla chiesetta di S.Maria della Sorresca, e piegammo verso Sud per un viottolo. Ma, a mano a mano che avanzavamo il sentiero diveniva sempre più stretto, sì da dover procedere veramente a fatica fra gli sterpi e le piante di rovi che erano più alti della testa. Il mio cavallo, nonostante le sollecitazioni, ad un tratto rifiutò di avanzare. Praticamente eravamo rimasti prigionieri della vegetazione, né si intravedeva un punto dove poter sfondare.
Mi alzai allora in piedi sulle staffe ed apparve ai miei occhi uno spettacolo stupendo: avanti a me era tutta una grande distesa di erica fiorita che arrivava sino al lago; alla mia sinistra il Circeo splendeva nel sole in tutta la sua imponenza e di fronte, in una frattura delle dune, si vedeva il mare. Eravamo verso il tramonto ed il giallo dell’erica, l’azzurro del lago e del mare, la massa verde scuro del Circeo, formavano un quadro di incomparabile bellezza.
E li pensai potesse sorgere la città.
Annodai ad un arbusto un fazzoletto come segnale di riconoscimento. Il guardiano, sceso da cavallo, lavorò un bel po’ per rompere e tagliare la vegetazione, onde permettere ai cavalli di potersi girare e prendere la via del ritorno. Arrivai a Littoria molto tardi; cercai L’ing. Savoia, gli dissi del luogo che avevo scoperto e lo pregai di recarsi il giorno dopo ove avevo lasciato il fazzoletto e, con una squadra di operai, di fare un taglio in croce per avere una migliore cognizione delle adattabilità del terreno per la nuova città, avvertendolo che due giorni dopo mi sarei recato sul posto. Quando tornai, vidi confermata la mia prima impressione, e proprio dove ero stato fermato dalla boscaglia sorge, oggi la torre di Sabaudia.
valentino orsolini cencelliPresidente O.N.C. V. Orsolini Cencelli

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L’Inaugurazione

E’ il primo giorno di vita di Sabaudia…15 aprile 1934…
Inaugurazione Sabaudia
...la città viene inaugurata alla presenza di circa 20.000 persone. Questa volta tocca ai Sovrani il compito di patrocinare la cerimonia, che è accuratamente programmata in tutti i dettagli. L’arrivo del Re e della Regina è prevista per le 14,30 al Ponte sull’Astura (Ferriere di Conca) dove si trovano ad attenderli Starace, Ronnoni, Buffarini, Le Pera e Cencelli con due macchine. Alle 15,30 il Re passa in rivista le truppe e procede all’apertura della porta del Municipio con una chiave “artistica” appositamente forgiata e recante l’intestazione dell’ONC. Le loro Maestà si affacciano poi al balcone e quindi, in ascensore, salgono sulla Torre per l’innalzamento della bandiera. Alle 15,50 il Vescovo di Terracina S.E. Navarra benedice dal balcone, alla presenza dei Sovrani, il labaro comunale e quindi il Re consegna agli Enti e Organizzazioni che hanno presieduto alla costruzione della città bandiera e gagliardetti. Mussolini inaugurazione SabaudiaDopo i brevi discorsi del Vescovo e di Cencelli, i Sovrani visitano i locali del Comune “ossequiati dagli invitati che sono ammessi al seguito” e quindi assistono alla sfilata delle Organizzazioni, Alle 16,15 visita alla Sede del Fascio e alla Casa del Combattente e quindi, in auto, all’ospedale, la caserma dei RR.CC., le Poste, la caserma della Milizia e la direzione dell’Azienda Agraria “dove saranno radunati per il saluto, tutti i funzionari dell’Opera Nazionale Combattenti disposti fuori del fabbricato e sotto la terrazza”. Salutate poi le organizzazioni schierate sul viale Carlo Alberto, il Re e la Regina proseguono per la visita degli altri centri della bonifica, verso Borgo Pasubio, Borgo Carso e sulla via Appia dove prendono commiato alle 17,35 dal Podestà Cencelli.