Enrico Giaretta torna con il nuovo album “Alphabet”. Intervista


Enrico Giaretta torna sulle scene discografiche con “ALPHABET”, album in uscita nei prossimi mesi per Universal Music.

L’artista da qualche anno sulla scena musicale internazionale, è un pianista e cantautore che vola e fa volare, non solo in senso figurato, attraverso melodie che a partire da studi classici prendono direzioni sempre nuove, ma anche nella realtà, su quegli stessi aerei che da bambino guardava volteggiare nei cieli e che oggi pilota. Ci troviamo dunque di fronte ad un personaggio singolare: un cantante aviatore o, potremmo dire, un “Cantaviatore”. È difficile racchiudere in una sola etichetta la musica di Giaretta. La sua vena artistica ha spinto persino Paolo Conte ad esporsi in un giudizio più che lusinghiero: “Finalmente ho trovato un allievo”, ha detto il celebre cantautore.

Lo abbiamo intervistato in occasione del tour che lo vedrà special guest di Jack Savoretti, in cui presenterà al pubblico in anteprima alcuni brani del suo prossimo album.

Ciao Enrico e benvenuto sulle pagine di Radio Onda Blu. Sappiamo che sarai special guest di Jack Savoretti. Te lo aspettavi? Come ti senti?
Non me lo aspettavo. Difficile di questi tempi trovare un artista disposto a condividere con te il suo pubblico. Il tutto è nato da un concerto nel quale ho accettato l’invito di Jack ad accompagnarlo al pianoforte in alcuni suoi brani. Da lì ha preso forma un’amicizia che credo durerà nel tempo. Jack Savoretti, indubbiamente un grande artista, è soprattutto un grande uomo. Un uomo fatto di valori che lo rendono prezioso. Mi sento fortunato. Mi sento in dovere di non deludere il suo pubblico, sperando di farmi accettare in questo percorso di 12 date nei teatri più prestigiosi d’Italia. Spero di suonare al meglio per contribuire alla buona riuscita di uno spettacolo di grande livello e coraggio in cui Jack affronta il viaggio, in una formazione insolita che pochi artisti possono permettersi.

In uscita nei prossimi mesi “ALPHABET”, il nuovo album per Universal Music. Come si è sviluppato?
Alphabet nasce dalla consapevolezza che bisogna sempre essere se stessi. Ho preso un vecchio pianoforte da concerto di oltre 80 anni e ci ho messo una serie di microfoni. Dopodiché ho iniziato a improvvisare. Da lì è nato tutto, temi, rumori, suggestioni, emozioni … srotolando ogni melodia come in una pellicola da film [come recita Paolo Conte in un brano capolavoro]. Lo sviluppo di un album è come lo sviluppo di un concetto, un racconto da lasciare ai miei figli per conoscere meglio il padre che è parte della loro genetica, quindi per conoscere meglio loro stessi. Un racconto da lasciare al pubblico che mi segue da sempre al di là delle mode, per conoscermi più da vicino senza filtri ne finzioni.

Quanto tempo hai impiegato per realizzare “ALPHABET”?
Sinceramente il tutto è stato improvvisato in una settimana circa. Per concepirlo forse ci ho messo 47 anni. Ogni lavoro può nascere in pochissimo tempo ma senza il vissuto di ogni artista sarebbe un disco di aria. Il massimo sarebbe poter arrivare un giorno a realizzare un disco fatto di silenzi, solo pochissime note. Vorrebbe dire, vi ho detto tutto, nei miei silenzi troverete tutte le altre note, quelle azzurre. Quelle che non vi ho mai offerto. Il silenzio racconta molto di più di quanto si possa immaginare.

Con quale criterio hai scelto i pezzi da inserire in questo disco? Hai dovuto scartare qualche brano?
Ho scelto prima i titoli e da lì ho cercato di raccontare il significato, a mia espressione, di ciò che immaginavo rappresentasse quel titolo.
In ordine Alphabetico… per arrivare all’ultima lettera, “Z”, credo dovrò registrare almeno altri 2 o tre album.
Ne ho scartati alcuni perché mi sembravano molto tristi, sicuramente parte del mio vissuto, ma al pubblico volevo donare allegria o al limite malinconia, riflessione, mai tristezza. Quella non dovrebbe sfiorare nessuno al mondo. Tristezza e sofferenza sono parole che cancellerei dal vocabolario per tutti.

Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo disco? Ci sono stati dei cambiamenti rispetto a“Scalatori di orizzonti” il tuo ultimo progetto discografico?
Da questo nuovo lavoro potreste aspettarvi un compagno per i vostri viaggi, anche mentali, per le vostre serate a tema. A tema riflessivo, a tema d’amore, a tema amicizia, magari davanti ad una buona bottiglia di vino. Un compagno per un lungo viaggio in auto, in aereo, con cui rilassarsi e godersi i propri pensieri, sogni, desideri. Da Scalatori di Orizzonti ci sono stati cambiamenti abissali. Il primo, un album destinato anche ai bambini e realizzato per la collezione di figurine che salvano gli animali, Amici Cucciolotti, con la partecipazione straordinaria di Paolo Conte che ha scelto Pizzardi Editore come strumento affidabile e di garanzia per sensibilizzare i bambini verso il rispetto degli animali. Il tutto realizzato con un orchestra sinfonica di 80’ elementi oltre ad un coro di 60 bambini…
Alphabet, invece è un album di solo piano, o quasi. Sicuramente un album da solo a tutti gli effetti, tranne che per il mio amico confidente Maurizio D’Aniello. Artista di grande talento dal grande gusto e dalle grandi capacità mentali in generale. Lui è stato la mia guida in questo percorso, avendo perso da anni Lilli Greco (Italo Greco) noto produttore e scopritore di artisti, da Francesco De Gregori a Paolo Conte, fino a Giaretta che si avvicina a questi nomi con grande rispetto e riverenza… ma in fondo anche Giaretta è stato creato da Lilli Greco. Con Maurizio D’Aniello percorro da anni la strada della verità totale in tutto, in primis nella vita. Al mio fianco oltre a lui, tutto il mio staff discografico e di management col quale ho condiviso ad oggi emozioni, percorsi e grandi risultati in 10 anni di lavoro e di empatia oltre a una grande stima reciproca.
Rita Allevato, Milo e Luigi Fantini i quali non smetterò mai di ringraziare.

Se dovessi descrivere il nuovo lavoro discografico con un aggettivo, quale useresti?
Ecco, se dovessi, e vi ringrazio per questa domanda, userei la parola, TRUE. Vero. Vero come il pianoforte scordato che ho usato, vero come gli errori durante l’esecuzione volutamente non corretti, vero come le note improvvisate la mattina all’alba e vero come il percorso di vita che alla mia età è quasi d’obbligo fare.
La finzione non mi appartiene, non mi rappresenta. La verità ad ogni costo.

Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
Vorrei realizzare un album donando tutto in beneficenza ai bambini meno fortunati, ai bambini malati, ai bambini che soffrono in situazioni di disagio, perché i bambini sopra tutto sono l’unica speranza che abbiamo per un futuro migliore. Parlare loro e farli crescere divertendoli e rendendoli più responsabili verso tutto quello che li circonda è la missione che da anni persegue la Pizzardi Editore con la collezione “Amici Cucciolotti”, le figurine che salvano gli animali, anche se in realtà cercano di salvare il mondo. Questa missione da qualche tempo mi vede al loro fianco come responsabile nelle scelte musicali e nelle relazioni esterne. Mi sento un privilegiato per essere stato scelto per far parte della loro squadra. È ambizioso cercare di rendere il mondo migliore… ma altrimenti quale altro sarebbe il nostro scopo di vita? Rendere la vita meno dura per tutti, questo a mio avviso è il nostro viaggio…

Grazie per la tua disponibilità. Lascio a te l’ultima parola per lanciare un messaggio ai nostri lettori!
Vi lascio con una citazione di un grande nostro artista Roberto Benigni: “ in amor le parole non contano, conta la musica”.

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