Grande musica, scenari straordinari, immersi in un mare di suggestioni. Non poteva che essere Giovanni Tommaso a custodire il messaggio conclusivo, domani alle 21.30 al Belvedere di Sabaudia, della terza edizione della rassegna concertistica I Suoni del Lago… oltre il giardino. Grande anima, talento smisurato, nei suoi oltre sessant’anni nella musica ha sempre rappresentato una scrittura libera da impostazioni e priva di inibizioni, aspetti tipici di chi è capace di sognare, anche restando sveglio. E quella capacità di sognare – “L’uomo è un genio quando sta sognando”, Akira Kurosawa – di vedere sempre oltre, nella musica così come nel proprio concetto di “fare” cultura e stare nel mondo, è quanto cui ha teso in questi tre anni la rassegna concertistica promossa dalla Pro Loco di Sabaudia, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il Parco Nazionale del Circeo, che gode, fin dal primo anno, della direzione artistica del Maestro Piero Cardarelli e di quella organizzativa di Gennaro di Leva.
Giovanni Tommaso non ha di certo bisogno di presentazioni, il Signore del contrabbasso e del jazz italiano, per la prima volta a Sabaudia, “ha sempre messo in bella mostra la sua onestà intellettuale, percorrendo la sua strada musicale in barba alle correnti più facili e commerciali” (jazzitalia.net). Sarebbe prolisso ripercorre la sua carriera partendo dai Perigeo, rinnovare l’incidenza che hanno avuto nell’evoluzione del jazz italiano, ricordare che da oltre un trentennio dirige i seminari di Umbria Jazz Clinics in gemellaggio con il Berklee College of Music, dove gli è stato conferito il titolo di Doctor in Music, o ancora la cattedra di musica jazz al conservatorio Morlacchi di Perugia. Il suo talento anche di didatta si tramanda da decenni, quando ancora insegnava con la passione che lo distingue i rudimenti di un pentagramma nelle pomeridiane di alcune scuole romane, così come la sua capacità di scopritore di giovani promesse. Un lavoro più di semina che di raccolta che lo rende oggi protagonista e interprete eletto delle più importanti realtà jazzistiche internazionali, “uno dei rappresentanti di spicco di quella generazione che ha svolto un ruolo determinante nel fissare i tratti fondamentali dell’identità del jazz italiano” (Umbria Jazz), aprendo frontiere sempre più battute.
Ad accompagnarlo nel racconto di una nuova suggestiva storia in (e nella) musica, sul palco lambito dalle acque del lago di Paola, la figlia Jasmine Tommaso, Claudio Filippini al pianoforte e Alessandro Paternesi alla batteria. Il contrabbassista toscano sarà nuovamente la pulsione ritmica, ma anche il regista, il collante tra i giovani musicisti che lo accompagneranno tra tensioni, dissonanze armoniche e innovazioni radicate anche nelle trame più classiche tessute dal tocco di Claudio Filippini. Un unicum nuovamente fuori dagli schemi che va dritto al cuore anche grazie a quel legame indissolubile, intriso di infinita passione, anche per la musica, che vede nuovamente insieme padre e figlia.
Sei serate di grande musica in un luogo straordinario: le note iniziali sono state quelle di Danilo e Oona Rea, come in conclusione di rassegna padre e figlia, passando per il pianoforte della giovane promessa Francesco Taskayali, addentrandosi nei territori di frontiera, o forse di incontro, tra classica e jazz, delineati dagli straordinari Carlo Tamponi e Francesco Buccarrella, omaggiando il Premio Nobel Bob Dylan attraverso il Cinzia Tedesco Quintet, o ancora ricordando Piazzolla e Gardel nell’incomparabile duo Girotto-Iorio. Muovendosi negli spazi dell’improvvisazione, della melodia e della cantabilità, così come in quei territori sospesi tra jazz e classicità, I Suoni del Lago… oltre il giardino portano anche nell’ultima serata della terza edizione un nuovo dialogo in musica. Non poteva che essere Giovanni Tommaso, simbolo dell’incontro tra generazioni, ancor prima quello tra America ed Europa, “memoria asciutta”, pieno di rimandi alle rispettive tradizioni di due universi che riescono, a volte, a incontrarsi, senza banalità, l’interprete eletto per le note conclusive della rassegna. Una realtà in continua crescita che sta sfiorando le 6mila presenze in sole sei serate, uno spazio di libertà espressiva, di dialogo e di confronto che si rinnova sposando i temi della sostenibilità grazie all’imprescindibile contributo dei partner privati che la sostengono, garantendone la gratuità di ingresso, sposando quel progetto, delineato dai contorni di un sogno, scritto fin dall’inizio nelle intenzioni del direttore artistico Piero Cardarelli e di quello organizzativo Gennaro Di Leva. Ma ne I Suoni del Lago c’è sempre un oltre e a quello, sognando, si continua a tendere.
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