“Occhiali da sole o da vista, crema solare e ciabatte sono i primi tre oggetti che i clienti dimenticano sotto l’ombrellone – afferma Antonio Capacchione, Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, seguono costume da bagno, asciugamano, giochi dei bambini, chiavi di casa o dell’auto e cuffiette, ma anche alcuni oggetti di valore come orologi, collane, anelli o braccialetti, portafogli, cellulari, tablet e videogiochi.
A fine giornata sul lettino e nella sabbia spesso si ritrovano pacchetti di sigarette, accendini, quotidiani, riviste o libri, che nessuno verrà mai a reclamare, tanto che finiscono direttamente nella spazzatura. Tutti gli altri oggetti la maggior parte delle volte trovano spazio in alcuni ripostigli della direzione dello stabilimento in attesa del legittimo proprietario. Restituiamo oltre il 95% degli articoli dimenticati dai nostri clienti abituali entro il giorno successivo, ma solo il 50% di quelli lasciati dai giornalieri.
“I turisti italiani sono quelli più distratti, specialmente se single o anziani – continua Capacchione – gli stranieri sono molto attenti non solo agli oggetti personali ma, soprattutto, a non lasciare proprio nulla in spiaggia e a fare la raccolta differenziata in maniera corretta”.
La plastica è il materiale che abbiamo trovato in percentuale minore tra i rifiuti, rispetto allo scorso anno: conseguenza, forse, delle campagne ‘plastic free’ oppure di un maggiore sensibilità ambientale da parte dei turisti.
Stimiamo che ogni stabilimento balneare debba fare i conti con centinaia di oggetti, beni dal valore di pochi centesimi fino a diverse centinaia di euro, ma, spesso, l’affettivo supera di gran lunga quello reale. Se da una parte cerchiamo di rintracciare sempre i proprietari, a fine stagione quelli non reclamati vengono consegnati alle Forze dell’Ordine, (se hanno un valore), oppure alle Onlus che si occupano di volontariato.
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