cappeletti

Ferrara e Sabaudia: l’incanto di una città rinascimentale nel sogno di una città nuova


Ritornare in Emilia e visitare la città di Ferrara rappresenta un momento sostanziale per il profondo significato che riveste questa località sotto il profilo storico e artistico. E’ accaduto anche al sottoscritto, ferrarese di nascita, battezzato nello storico complesso ospedaliero Sant’Anna, (noto per avere funzionato come una oppressiva prigione per lo scrittore Torquato Tasso), quando è tornato, nel particolare periodo invernale, nella città estense. A ragione di una vita trascorsa nel Lazio e specificatamente nella città di Sabaudia, appare in tutta la sua evidenza il forte contrasto tra l’atmosfera dei due luoghi: la luminosità dell’uno, i colori ovattati dell’altro ed il comune fascino.

L’uscita nel primo mattino tra le vie cittadine è apparsa alla stregua di un’immersione nel freddo e nel tipico nebbione di questo suggestivo sito del nord Italia. Ed ecco spuntare all’interno del percorso viario del centro storico un consistente numero di ciclisti, indirizzati a raggiungere i diversi centri di lavoro. E’questa una componente che connota nel loro complesso quasi tutte le località del settentrione e che a Ferrara assume una veste di rilievo. Infatti, la bicicletta è lo strumento di trasferimento molto in uso tra la gente di questo comprensorio. A proposito del clima che si respira, occorre precisare che l’aria si offre subito fredda ed i passanti si fanno notare per la pesantezza degli abiti che indossano. Comunque, le strade si mettono in movimento, passando da una situazione alquanto taciturna ad un viavai all’interno del tessuto urbano. I monumenti più emblematici, a cominciare dal Duomo, il rinomato Castello degli Estensi ed il Palazzo dei Diamanti, per citarne alcuni, si presentano ai visitatori con tutta la fiera bellezza tipica di questo territorio, palesando il senso maturo di una sentita classicità architettonica.

In tale realtà si caratterizzano le linee di una pregevole elaborazione che si perde nel Rinascimento e prosegue nelle epoche successive. Risultano, infatti, diversi i monumenti, che nella città medievale hanno dato luce al progetto di costruzione avvalorato con ingegno ed arte dalla nobile e versatile famiglia degli Estensi.

A ribadire il legame tra il territorio emiliano e quello pontino, ricordiamo l’avvenimento culturale promosso nell’anno 2000, su proposta dell’Assessorato comunale di Sabaudia, con l’intento di rinnovare e tenere viva la memoria del nesso storico tra le due città. “Sabaudia, 1934 Il sogno di una città nuova e l’architettura razionalista”: è questo il titolo della mostra organizzata a Ferrara presso le Grotte del Boldrini.

La scelta di una manifestazione da svolgersi a Ferrara è stata suggerita dall’organizzazione di una mostra relativa alla città razionalista di Sabaudia, mirata al coinvolgimento del Comune emiliano, protagonista con una parte della sua gente dell’opera di bonifica dell’Agro pontino.

Un’evidente correlazione architettonica e culturale tra le due realtà territoriali dell’Emilia e dell’Agro pontino, che si è avvalorata del giusto recupero della memoria della località di Tresigallo, un centro situato a metà tra Ferrara e le valli di Comacchio, considerata come un’efficace espressione del movimento razionalista, meritando per l’impianto architettonico, al pari di Sabaudia, l’appellativo di “città metafisica”.

Le iniziative gustose più recenti!

Recentemente, sulla scorta di una significativa presenza ferrarese nell’Agro pontino si è fatta strada l’idea di intraprendere e approfondire gli usi e costumi della gente che è venuta a soggiornare nel periodo degli anni Trenta, con l’intento di rinnovare e riaffermare certe tradizioni collegate alle abitudini familiari del mondo del nord Italia.

I cappelletti, ovvero il gustoso piatto originario di Ferrara e tante altre specialità, come la salama e la polenta, sono state riportate sulle tavole domestiche, dando valore ad una serie di produzioni di particolare gusto. Ed ecco farsi avanti anche un gruppo di persone, originarie dell’Emilia, che proprio in questi momenti stanno riportando alle attenzioni sia l’idioma originario che una serie di tradizioni attraverso incontri nel corso dei quali vengono affrontati argomenti di un certo rilievo storico e formativo. Difatti, di recente a Pontinia, si è costituita l’associazione “Ferraresi dell’Agro pontino”, guidata da Beatrice Milani, composta da un consolidato gruppo di appassionati che si stanno impegnando a tenere vive e valorizzare le tradizioni ferraresi. Tra gli obiettivi, anche la realizzazione di un libro, una mostra di foto e di quadri di artisti emiliani; nei programmi, la promozione del dialetto legato alla propria terra, adiacente al Po ed alla pianura padana; ed inoltre, tra le novità, laboratori dimostrativi di carattere gastronomico, indirizzati alla conoscenza della tradizione culinaria dei tipici e gustosi piatti emiliani.


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