Sabaudia, Consiglio comunale del 28 settembre, apertura nelle ore notturne del PAT (ex PPI)


Il giorno 28 p.v. alle 18,30 è stata convocata una seduta del Consiglio comunale con al secondo punto dell’ordine del giorno un incontro con l’azienda USL Latina per il Punto di assistenza territoriale di Sabaudia.

Com’è noto dal 25 giugno scorso l’azienda USL Latina ha avviato una sperimentazione (non deliberata e da valutare dopo tre mesi) autorizzata dalla regione che prevede nella stessa sede la presenza del PAT e dei medici della Continuità assistenziale (ex Guardia medica) al fine di assicurare con questi ultimi nelle ore notturne il Punto di Assistenza Territoriale ad accesso diretto alla popolazione dedicato al trattamento e alla gestione di patologie che non richiedono un trattamento d’urgenza.

La sperimentazione attuata presso il PAT di Cisterna, essendo scaduto il trimestre, avrebbe dovuto essere oggetto di valutazione da parte del Comitato aziendale per la medicina generale, ma questo ancora non è avvenuto; risulterebbe inoltre che il Sindacato Medici Italiani abbia segnalato all’Ordine dei medici di Latina gravissime difficoltà nell’applicazione del progetto sperimentale sull’attività notturna presso il PAT di Cisterna chiedendo l’immediata convocazione del Comitato Aziendale per la Medicina generale; a tale richiesta l’azienda USL ad oggi non avrebbe fornito alcun riscontro, per cui sembrerebbe opportuno soprassedere almeno fino a quando non saranno stati resi noti i risultati della predetta valutazione.

Pronto soccorso Sabaudia

Al riguardo il Comitato per la difesa del PPI di Sabaudia, al fine di evitare che da un eventuale provvedimento di estensione a Sabaudia della c.d. sperimentazione in atto a Cisterna possa derivare un pregiudizio per la salute propria, di quella delle loro famiglie e di quella dei loro concittadini, in data odierna ha presentato un intervento al procedimento ai sensi dell’art. 9 della legge 241 del 1990 per esporre in particolare quanto segue.

Nelle premesse della deliberazione dell’azienda USL Latina n. 1264 in data 31 dicembre 2019 viene affermato «la chiusura dei PPI, se attuata senza correttivi, comporterebbe l’assenza sul territorio di strutture in grado di assicurare la risposta alle urgenze minori di stretta competenza territoriale sia di tipo chirurgico (trattamento di traumi minori, ustioni di grado minore, distorsioni e fratture minori composte, ecc.) che medico (odontalgie gravi, coliche addominali, reazioni allergiche minori, crisi ipoglicemiche, ecc.) con conseguente necessità di ricorso per le stesse, in modo del tutto inappropriato alla rete dell’emergenza ospedaliera», dando atto che la Regione Lazio ha programmato la trasformazione dei PPI in punti di erogazione di assistenza primaria e che il servizio diversamente qualificato sarebbe proseguito aa far data dal 1° gennaio 2020 in continuità con le funzioni precedentemente svolte (cioè quelle dei PPI ex DCA U0090 del 2010).

Dal giorno 5 ottobre 2020 tutti i Punti di Assistenza territoriale compreso quello di Sabaudia sono stati chiusi la notte per asserite esigenze di personale legate all’epidemia da Covid-19 e nonostante i ripetuti solleciti non sono stati più aperti benché l’emergenza sanitaria sia cessata dal primo aprile.

A ciò si è aggiunto dal primo agosto scorso il Punto di Assistenza Territoriale di Sabaudia è stato trasferito dai locali in via Conte Verde n.12, con accesso autonomo, in una sala già destinata ad ambulatorio di pneumologia (inadeguata per le funzioni del PAT) sita nello stesso edificio ma con accesso al n.10, in comune con il poliambulatorio, il CUP ed altri uffici amministrativi.

A Ferragosto è apparso un nuovo avviso fuori di detti locali in cui si informa la popolazione che: «Il PAT di Sabaudia è una struttura di natura ambulatoriale in grado di assicurare un punto di assistenza territoriale ad accesso diretto alla popolazione inserendosi nella rete propria dell’Assistenza Primaria al pari degli altri PAT, delle Unità di Cure Primarie e degli ambulatori di Medicina Generale da cui mutua le competenze. Al riguardo il PAT assicura visite e prestazioni ambulatoriali non differibili quali: asportazione di corpi estranei; aura degli attacchi d’asma; cura delle punture d’insetto e le reazioni allergiche circoscritte; suture e medicazioni di piccole ferite; trattamento immediato delle più comuni cause di dolore (es. mal di denti, coliche renali); trattamento della perdita di sangue dal naso; trattamento di ustioni cutanee non estese. Sono escluse le urgenze maggiori e le emergenze in quanto i PAT non sono strutture afferenti alla rete dell’emergenza territoriale che, a seguito di specifiche normative vincolanti emanate a livello nazionale (Conferenza Stato Regioni n.98/CSR del 05/08/14 D.M. 70/2015), sono assicurate dal servizio ARES 118».

La Corte Costituzionale con la pronuncia n. 38 del 2020 ha affermato che il servizio di emergenza sanitaria territoriale costituisce una articolazione della medicina generale, a cui è demandata la funzione di garantire nell’arco delle 24 ore interventi di primo soccorso, attività di coordinamento operativo e risposta sanitaria nella centrale operativa 118, interventi di soccorso in caso di maxi-emergenze o disastro e le eventuali ulteriori attività individuate dagli accordi regionali ed aziendali, e che vi sia una stretta connessione tra i titoli del personale medico, le condizioni per la fruizione delle prestazioni sanitarie fissate dagli accordi collettivi e i principi fondamentali, riservati alla competenza legislativa dello Stato, in materia di «tutela della salute».

Tutti i servizi appartenenti al sistema di emergenza/urgenza hanno l’obbligo di garantire prestazioni immediate agli utenti che presentino alterazioni delle funzioni vitali tali da compromettere potenzialmente e gravemente lo stato di salute.

L’organizzazione e il management del Servizio di emergenza sanitaria territoriale deve pertanto essere ispirato al principio di prossimità che deve essere attuato prevedendo presidi fissi che possano aumentare l’accessibilità al servizio (laddove l’accessibilità è uno dei principali attributi dell’equità intesa come equità di servizi) tenendo conto della distanza e dei tempi di percorrenza tra i Comuni (e le loro frazioni) e l’ospedale di riferimento.

Nel caso in cui, come per il Comune di Sabaudia per la distanza (25 km da Latina e 22,4 da Terracina) e i tempi di percorrenza (30 minuti da Latina e 25 minuti da Terracina), appare necessario assicurare un presidio fisso di emergenza sanitaria territoriale, in base alle disposizioni citate, che deve essere gestito dal Distretto 2 della ASL.

Oltretutto al fine di esercitare i compiti di emergenza sanitaria territoriale previsti dall’art. 65 dell’Accordo Collettivo Nazionale 20 gennaio 2022 i medici di medicina generale devono essere in possesso di apposito attestato di idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza sanitaria territoriale di cui all’art. 66 del medesimo ACN.

A ciò si aggiunga il fatto che nel caso di mancata presentazione del medico di turno, non può essere chiuso il PAT, come avvenuto già più volte nelle ore diurne a Sabaudia, ma deve essere organizzata la tempestiva sostituzione dello stesso assicurando che il medico in servizio rimanga fino all’arrivo del medico subentrante. Si deve infine rappresentare il fatto che a causa di detta dequalificazione del PAT di Sabaudia e della sua chiusura nelle ore notturne già molte persone si recherebbero autonomamente direttamente al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria Goretti affrontando il viaggio senza essere stati visitati da alcun medico ponendo a rischio la propria vita come sembrerebbe sia già avvenuto almeno in un caso.

La sperimentazione in atto a Cisterna prevede che in caso di assenza del medico della Continuità assistenziale (ex Guardia medica), in quanto impegnato in attività a domicilio, il triage del paziente venga effettuato dall’infermiere di turno, il quale dovrà provvedere in presenza di un utente che presenti i caratteri di emergenza/urgenza ad attivare con immediatezza ed autonomamente il servizio 118; questo senza che il paziente sia stato visitato da un medico né stabilizzato dato che l’infermiere non può somministrare farmaci o altro senza il medico.

Tutto ciò premesso questo Comitato ha sottolineato l’opportunità che venga mantenuto fermo quanto approvato dal Consiglio Comunale di Sabaudia con la deliberazione n. 21 del 12 agosto scorso, approvata all’unanimità, con la quale è stata invitata la direttrice generale dell’azienda USL Latina a provvedere alla sistemazione del PAT in locali idonei, a dotarlo di personale che abbia frequentato il corso di cui agli artt. 62 e segg. dell’Accordo Collettivo Nazionale e a ripristinare l’erogazione delle prestazioni proprie degli ex Punti di Primo Intervento.

Comunicato (Comitato per la difesa del PAT (ex PPI) ) Franco Brugnola


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