“Ogni iniziativa finalizzata a sostenere le future mamme merita di essere sostenuta ed incitata. Tuttavia, leggendo la delibera con cui la Regione Lazio stanzia un milione di euro per le donne partorienti con ISEE inferiore a 30 mila euro è impossibile non restare perplessi. Sulla delibera, infatti, leggiamo che la Regione ha indicato quali soggetti beneficiari del bonus una tantum: ‘La rete dei Centri della famiglia, i Centri di ascolto, i Centri di aiuto alla vita’.
È inspiegabile l’esclusione dei Comuni del Lazio, quindi dei Servizi Sociali. Così come quella dei Consultori familiari che nella nostra Regione sono ben 155 e che svolgono, grazie alla loro presenza capillare sul territorio e grazie al loro scopo preposto in virtù della Legge dello Stato numero 405 del 1975, un servizio preziosissimo di supporto ed assistenza alla famiglia e alla maternità.
La Giunta Rocca ha preferito, piuttosto, individuare soggetti scarsamente presenti sul territorio regionale (come i Centri della famiglia, che sono solamente 12 in base all’Aggiornamento 2023 del Dossier regionale Lazio) o, peggio, impegnati nella opposizione alle pratiche abortive e di interruzione alla gravidanza come i Centri di aiuto alla Vita.
Non è la prima volta e non sarà l’ultima: la Destra, forse per assecondare logiche di consenso, continua a strizzare l’occhio ai movimenti Pro Vita. Questo è grave per chi è rappresentante di quelle istituzioni che dovrebbero tutelare finalità laiche ed il diritto alla Salute costituzionalmente sancito. Ancora più grave è farlo nell’ambito di una delibera tanto importante, che potrebbe dare un aiuto concreto alle tante neomamme in difficoltà della nostra Regione.
Bene l’interrogazione del Partito Democratico tramite la Consigliera Regionale, componente della Commissione Pari Opportunità, Eleonora Mattia. Ora ci aspettiamo delle spiegazioni da parte del Presidente Rocca e dell’Assessora Baldassarre”.
Così Valeria Campagna, Vicesegretaria del PD Lazio, in una nota.
Comunicato Stampa