Lettera inviata dal presidente della Provincia Carlo Medici al Sindaco di Pomezia


Pregiatissimi,
porgo a nome di tutta la Provincia di Latina e dei Sindaci dei suoi 33 Comuni
la nostra vicinanza per l’ignobile manifestazione di odio e violenza di cui la
comunità pometina è rimasta quest’oggi vittima.
Riteniamo una vergogna le scritte razziste ed antisemite vergate sui
muri delle scuole di Pomezia, segnale gravissimo di intolleranza e
provocazione proprio nei giorni in cui ricordiamo la Shoah e che senza
condizioni e remore condanniamo e che riteniamo un gesto miserabile, un
atto di barbarie, una vergogna per noi tutti.
Resta tuttavia un altro campanello di allarme, che si unisce ai tanti che
hanno in questi giorni macchiato l’Italia tutta, di un clima di odio e di
intolleranza che cresce, che infetta virulento e che vuole penetrare nel mondo
giovanile attraverso i luoghi che gli sono propri, nelle aule di scuola dove noi
proviamo uniti a coltivare il nostro futuro nella speranza che la conoscenza,
la memoria, il ricordo di una delle pagine più brutte della nostra storia, forgi
quelle coscienze letali ad ogni forma di odio razziale e di violenza.
NON C’E’ SPAZIO PER CHI E’ CONTRO L’UMANITA’!
Non c’è futuro senza memoria, senza il nostro consapevole passaggio
di testimone alle nuove generazioni del mondo che è stato, nei suoi splendori
e nelle sue tragedie. Il rischio dell’amnesia, la banalizzazione della violenza, la
negazione dei grandi numeri che hanno segnato indelebilmente la storia,
devono servire oggi a ricordare per non ripetere l’orrore che fù.
Il tempo può rendere il tutto opaco, sfilacciare la riflessione:
l’antisemitismo, come tutte le forme razziste e totalitarie, ha permeato la
Via Costa, 1 – 04100 LATINA
TEL.0773-401200- 201
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civiltà occidentale e a periodi riemerge in forme sempre diverse, ma comuni
negli istinti e negli effetti. Per questo senza infingimenti e a viso aperto
dobbiamo combattere l’ignoranza che muove la mano che sfregia il ricordo, il
sentimento e l’umanità stessa. L’odio antisemita è una ferita storica della
cultura europea e mondiale, della su-cultura che fonda nella razza, nel mito
del “sangue e terra”, la ragione di una violenza senza limiti, del disprezzo
indicibile, che fa vergogna di chiamarsi umani.
Ma è della nostra civiltà lo scontro continuo tra violenza e pace,
l’incontro e lo scontro continuo tra popoli e differenze. La nostra civiltà è
sempre ad un bivio. La convivenza e la tolleranza sono da conquistare ogni
giorno ma sta a noi rappresentanti delle istituzioni, a noi cittadini, a noi
genitori, a noi uomini e donne, continuare a tenere vivo il ricordo, la memoria
che è mezzo per un ritorno ai valori della nostra civiltà, quando essa sa usare
parole di pace, di tolleranza, di rispetto reciproco, di comune sentire il destino
del mondo.
Questo dovremmo fare noi: ricordare!
“Questo è stato” il monito di Primo Levi: “Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a
noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia”.
Meditiamo, perché questo non succeda mai più!
Un caro abbraccio.
I Sindaci dei Comuni della Provincia di Latina


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