Procaccini: “Frontiere aperte verso l’esterno, porte chiuse all’interno”

Nicola Procaccini

Schengen, Procaccini (FDI): “Frontiere esterne spalancate all’immigrazione e porte chiuse tra gli stati membri: il paradosso europeo”

“Frontiere aperte verso l’esterno, porte chiuse all’interno. Possibile che nessuno si accorga del folle paradosso in cui l’Europa sta cadendo? La mozione sul ripristino della libera circolazione in area Shengen, discussa oggi in Commissione, ha mostrato l’assurda concezione di un’Europa capovolta, con frontiere spalancate all’incontrollato arrivo di flussi di migranti, ma al contempo chiuse al proprio interno tra gli Stati membri che la compongono. E’ il rovesciamento dell’idea di Europa che volevamo e che si fa gioco del rispetto e della dignità degli Stati membri”.

Lo afferma il parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, coordinatore del gruppo dei Conservatori nella Commissione Affari Interni e Giustizia del Parlamento Europeo.

“La mozione discussa oggi in Commissione LIBE apre alla possibilità che soltanto alcune aree europee vengano rese accessibili alla circolazione, rischiando di fatto che diverse regioni italiane siano considerate “zone rosse”, con conseguenti danni per il settore turistico ed economico. Deve essere ripristinata la libera circolazione delle persone e dei prodotti nell’intera area Schengen, senza barriere interne, area che va invece messa in sicurezza con un’adeguata protezione delle nostre frontiere esterne. In questa fase di allentamento delle misure di lockdown ed in una prospettiva di ripresa economica, non sono ammissibili iniziative che causerebbero l’isolamento di alcuni Stati membri, come l’Italia o la Spagna. E’ deplorevole, infine, il fatto che nessuno degli emendamenti alla risoluzione che ho presentato sia stato accolto, a causa di un pregiudizio politico che impedisce ogni soluzione di buon senso. Nonostante la condivisibilta’ trasversale del loro contenuto, i membri dei gruppi cosiddetti ‘europeisti’, soprattutto quelli al governo dei cosiddetti “Stati frugali”, dovrebbero spiegare come mai si sono espressi contro le proposte di FDI sulla necessità di tutelare il mercato interno evitando la richiesta di certificazioni virus free su prodotti alimentari, e sulla necessità di non penalizzare ulteriormente i Paesi particolarmente colpiti dalla pandemia, attraverso iniziative bilaterali”, conclude Procaccini.


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