Dal 17 settembre all’8 gennaio 2017, al Museo Carlo Bilotti di Roma, la mostra Piacere, Ettore Scola, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, celebrerà per la prima volta, a pochi mesi dalla scomparsa, il genio creativo di uno dei protagonisti indiscussi del cinema italiano.
Prodotta da Show Eventi in collaborazione con CityFest – il programma di eventi culturali della Fondazione Cinema per Roma – la mostra, a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, con la media partnership del mensile Ciak, racconta la vita professionale e privata del grande cineasta italiano: dall’infanzia a Trevico, paese natio in provincia di Avellino, no all’ultimo lm Che strano chiamarsi Federico (2013), omaggio all’amico e collega Federico Fellini.
Fotografie, disegni, oggetti di scena, carteggi e video ricostruiscono il percorso artistico e la vicenda umana di Scola, «un professionista eclettico, complesso, acuto e amaro osservatore del costume nazionale» come ricordano i due curatori.
Ben nove le sezioni della mostra, suddivise in due parti: una cronologica e una tematica. Il percorso espositivo, infatti, prende le mosse dagli anni dell’infanzia e della formazione a Trevico e nel quartiere Esquilino di Roma, passa poi per gli anni giovanili in cui Scola fu prima vignettista del settimanale umoristico Marc’Aurelio e collaboratore ai testi di varietà sia radiofonici che televisivi della RAI, oltre che sceneggiatore di film comici insieme con Metz e Marchesi o in coppia con Ruggero Maccari, fino all’approdo al cinema d’autore con Pietrangeli e Risi. Si arriva, infine, agli anni della regia, dal 1964, con l’esordio in Se permettete parliamo di donne a Che strano chiamarsi Federico.
La parte tematica della mostra, invece, analizza dapprima il rapporto con attori e collaboratori, ricostruisce l’impegno civile e politico di Scola, rende omaggio alla sua Roma, alla passione per il teatro e a quella, grandissima, per il disegno. Saranno proprio i disegni a fare da filo conduttore a tutta la mostra, originali su carta e realizzati dal grande cineasta: il primo disegno pubblicato sulla rivista Il Travaso delle idee del 1946; dieci disegni risalenti al periodo trascorso proprio nella redazione del Marc’Aurelio e nelle altre riviste umoristiche dell’epoca; cinque disegni dedicati al grande Totò e, infine, oltre duecento disegni realizzati dall’infanzia fino ai giorni nostri, molti dei quali creati per personaggi, inquadrature e scenografie dei suoi film. Non meno imponente il repertorio fotografico: oltre cento istantanee personali e inedite dello stesso Scola e oltre quattrocento fotografie dei film come Che ora è (1989) con Marcello Mastroianni e Massimo Troisi, e Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa (1968) con Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier, che è stato il suo primo grande successo.
Numerosi anche i contributi audiovisivi provenienti dagli archivi dell’Istituto Luce, di Rai Teche, della Cineteca di Bologna, di Aamod, del Centro Cinema Città di Cesena.
Fra tutti spicca l’intervista al “Maestro” realizzata dai curatori della mostra su tutta la sua storia professionale e privata.
In questo viaggio nell’universo narrativo del grande cineasta italiano trovano spazio anche i vinili originali delle colonne sonore dei film Maccheroni (1985), Ballando ballando (1983), La marcia su Roma (1962) e Se permettete parliamo di donne, oltre alle locandine dei film e ai modellini dello scenografo Luciano Ricceri per la scenografia de
Il viaggio del Capitan Fracassa (1990) e a oggetti come la macchina di legno de La famiglia (1987), la celebre lettera del film Totò Peppino e la malafemmina alla cui stesura Scola partecipò giovanissimo o, ancora, la sedia personale da regista di Scola in Che strano chiamarsi Federico. Quest’ultimo film viene ricostruito con tutti i disegni utilizzati da Scola, articoli di giornale, decine di foto di scena e fuori scena e la macchina da scrivere del ’49. Quella di Scola è stata una carriera costellata di riconoscimenti a livello internazionale, per questo in mostra saranno esposti anche tutti i premi vinti dal regista: dalle lettere ricevute in occasione delle sue nomination agli Oscar per il miglio film straniero – ben quattro – ai sei David di Donatello, dalla Spiga d’Oro di Valladolid, all’Orso di Berlino, dal Globo d’Oro al premio per il primo posto al Festival Internazionale del Cinema di Mosca.
Piacere, Ettore Scola è anche un libro: il primo volume monografico sul regista edito da Edizioni Sabinae con prefazioni di Silvia Scola, Walter Veltroni, Jean Gili e Piera Detassis. All’interno testi dei curatori, fotografie e testimonianze raccontano tutte le tappe professionali e private della vita del regista ripercorrendo, passo dopo passo, il percorso della mostra. All’interno del volume sono inoltre presenti, tra gli altri, introduzioni ai capitoli di Fulvio Abbate, Delfina Metz, Enrico Vanzina, Marco Risi, Paolo Pietrangeli, Giuliano Montaldo, Diego Novelli, Gian Luigi Rondi, Ezio Di Monte, Luciano Ricceri, Giovanna Ralli, Odette Nicoletti e Sergio Staino.
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