“Uomini Terra Terra” di Giorgio Cardinali al Teatro Trastevere. Intervista


Dal 21 al 22 febbraio in scena al Teatro Trastevere di Roma, lo spettacolo “Uomini Terra Terra” di e con Giorgio Cardinali, con Mauro Tiberi per la regia di Sara Greco Valerio . Musiche originali di Piero Larotonda.

Il prossimo 6 aprile 2019 saranno passati 10 anni dal terremoto che ha distrutto l’Aquila, uccidendo 309 persone. Del sisma aquilano ormai si conosce la storia del giorno dopo: le tendopoli, il progetto C.A.S.E., la mancata ricostruzione, gli impacci della politica, ecc. “Uomini Terra Terra” racconta, invece, ciò che accadde prima di quel 6 aprile 2009. È una storia come quelle che i nonni raccontano ai nipoti per fargli conoscere il mondo che non sanno. Perché questa storia se non te la raccontano, non la sai. La narrazione atipica, giullaresca, severa, ironica e sarcastica, crea una grande giostra sulla quale salgono, uno per uno, tutti i protagonisti dei giorni che precedettero il terremoto. Bertolaso, Boschi, Barberi, De Bernardinis ecc., depositari sacri della conoscenza, figure che occupano il vertice del sistema del sapere che, con la loro comunicazione dolosa, hanno condizionato parte dei cittadini aquilani conducendoli a fare scelte letali.

Giampaolo Giuliani, lo sciamano eretico che, affermando di poter prevedere i terremoti, si è contrapposto alle istituzioni scientifiche, per le quali i terremoti non sono prevedibili, andando a minare l’autorevolezza dell’istituzione stessa. I semplici cittadini (commercianti, artigiani, dottori, avvocati) che, coinvolti in una sparatoria fra comunicazioni rassicuranti della Commissione Grande Rischi e messaggi allarmistici dello sciamano, assordati dal frastuono dei giornali e televisioni, hanno perso quel contatto ancestrale con la Terra, quel “contatto” con il terremoto che gli aquilani hanno stratificato nella propria cultura. In questa baraonda è “vero” ciò che si vede in TV, si legge sui giornali, si ascolta dai comunicati stampa, il resto non esiste. Non c’è. Non c’è neanche il terremoto! Una faglia in movimento, una spaccatura che divide e separa le vicende degli uomini da quel giorno di aprile. Sostenuta dalla musica dal vivo, la giostra gira vorticosa per la durata dello spettacolo, si susseguono informazioni, sberleffi ed emozioni e alla fine della corsa, nessuno scende da vincitore.

“Uomini Terra Terra”, oggi, significa tenere viva la memoria che non può e non deve andare perduta, perché quello che è successo è una ferita che attraversa la storia dell’Italia intera, che alluvione dopo sisma, treno dopo ponte, frana dopo slavina, si trova sempre più in stato comatoso.

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