Vinitaly 2022

Le nostre cantine vincitrici al VinItaly 2022


Tanti i vini pontini che entrano nella selezione della 5StarWines, la guida di Vinitaly che quest’anno è stata elaborata via web dopo la spedizione dei campioni di vino. Un riconoscimento importante, che testimonia la tenacia dei nostri produttori e la qualità dei loro vini e che speriamo possa essere un buon auspicio per un ritorno alla normalità. 

Aprilia doc, Cori doc,Circeo doc, Moscato di Terracina doc e Castelli Romani doc. Sì, in provincia di Latina si producono anche vini a denominazione d’origine controllata. Alcune zone, infatti, dei comuni di Aprilia, Cisterna e Cori rientrano nell’area di questa doc. Quella pontina è una delle zone italiane con il più alto numero di marchi doc. Ed una delle prime zone ad ottenere in Italia la denominazione di origine controllata è stata Aprilia. Ciò è la dimostrazione che il comprensorio pontino è stato sempre una terra di vini, l’ultima denominazione, Moscato di Terracina, è arrivata nel 2007. Quattro le tipologie di vini previsti dal disciplinare di produzione: Moscato di Terracina secco, Moscato di Terracina amabile, Moscato di Terracina passito e Moscato di Terracina spumante. Quattro tipologie prodotte dalle cantine del territorio che con tali vini hanno ottenuto una serie di prestigiosi premi anche a livello internazionale.

L’area interessata da questa doc comprende tutto il territorio dei comuni di Monte San Biagio, di Terracina e di Sonnino. Quella del Moscato di Terracina è un’ uva a duplice attitudine. Ed è una delle uve più aromatiche. Secondo un test condotto dal Centro studi assaggiatori di Brescia, il suo aroma è evocativo, rilassante, aristocratico, sensuale e portatore di un umore estremamente positivo. Un aroma capace di “ispirare il piacere personale ma anche la gioia della compagnia, che si addice a un consumatore giovane e innovativo”.

Oltre alle etichette doc, in provincia di Latina si producono anche una quarantina di vini igt (Identificazioni geografica tipica), diversi vini ricavati da uve di vitigni autoctoni (Bellone o Cacchione, Bombino o Ottonese, Nero Buono di Cori, Sanginella Nera, Greco Moro e Greco Giallo) e parecchi vini sperimentali, ossia vini frutto della innovazione vitivinicola che alcune aziende agricole hanno avviato nei loro vigneti.

Di pari passo con l’innovazione colturale di queste aziende c’è stato il recupero della coltivazione dei vitigni locali. Un discorso non ancora terminato, visto che alcune produttori vitivinicoli hanno da poco riscoperto e ripiantato antichi vitigni pontini ormai scomparsi, come l’Abbuoto e l’Aleatico. Insomma, sono finiti i tempi in cui la vitivinicoltura pontina, insieme a quella laziale, era considerata la cenerentola dell’enologia italiana. La qualità dei suoi vini, i traguardi raggiunti, i premi vinti, i riconoscimenti ottenuti, l’hanno proiettata nell’Olimpo delle migliori etichette italiane.
Sono ben nove i vitigni autoctoni della provincia di Latina: Abbuoto o Cecubo, Arciprete bianco peloso, Bellone o Cacchione, Bombino o Ottonese, Greco giallo, Greco moro, Moscato di Terracina, Nero Buono di Cori e Sanginella nera. Dalle uve di questi vitigni da alcuni anni ormai vengono ricavati vini di eccezionale fattura.

I più conosciuti sono il Bellone prodotto sia dalle cantine della pianura che dalla cantine di collina. È un vino morbido e molto profumato che in passato era usato molto negli uvaggi. Molto conosciuto è anche il Nero Buono di Cori, uno dei due vitigni autoctoni a bacca rossa che si coltivano in territorio pontino (l’altro è il Sanginella nera che si trova esclusivamente nel Golfo di Gaeta). Il vino, di colore rosso intenso, è gradevole e armonico con odore vinoso caratteristico. Un altro vitigno a bacca rossa è l’Abbuoto , proprio in particolare nella Riviera di Ulisse. Nelle vigne di Cori Il Bellone che cresce nelle Terre d’Astura.


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