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Aprilia

Festa della liberazione e 86esimo Anniversario della fondazione della città di Aprilia


Manifestazione celebrativa questa mattina organizzata dall’amministrazione comunale che ha visto la presenza in centro città del primo cittadino Antonio Terra e della giunta comunale, delle Autorità Civili, Militari e Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dell’Anpi e di molti cittadini.

Dopo il raduno in piazza Roma il programma ha preso il via alle ore 10:00 con la Santa Messa presso la Chiesa San Michele Arcangelo e Santa Maria Goretti; alle ore 11:00 la deposizione della Corona d’Alloro al Monumento ai Caduti di Piazza della Repubblica con i Saluti Istituzionali del Sindaco Antonio Terra e l’intervento del presidente della sezione locale dell’Anpi Filippo Fasano.

La manifestazione si è conclusa con l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri di Aprilia in Piazza Roma.

Di seguito riportiamo il discorso tenuto questa mattina dal sindaco Antonio Terra:
Buongiorno a tutti,
In questo giorno di festa, desidero anzitutto rivolgere ad ognuno di voi un caloroso benvenuto a questa cerimonia che per noi cittadini di Aprilia ha un sapore particolare.


Il 25 Aprile di ogni anno, infatti, onoriamo la Liberazione avvenuta nel 1945 e festeggiamo i natali della nostra città arrivata al suo 86esimo compleanno. Si tratta di un giorno importante per tutti noi, una data che rappresenta da sola le radici della nostra democrazia repubblicana e quelle della città di Aprilia il cui destino è legato indissolubilmente alla Costituzione della Repubblica Italiana.


Per questi motivi fondamentali, il 25 Aprile ci impone di fare memoria non solo della barbarie del nazifascismo e della guerra ma anche del sacrificio di tantissime italiane e tantissimi italiani, e tra essi molti apriliani, che non esitarono ad anteporre il bene del Paese alla propria vita ed ai propri affetti.

I valori di libertà, le aspirazioni democratiche e la ricerca prima e la protezione poi del bene comune sono fissati nelle pagine della nostra carta Costituzione, che molti non esitano a definire “la Costituzione più bella del mondo”.


La carta fondamentale del nostro paese nasce in un momento particolare della nostra storia. Una fase che ha visto lavorare insieme per la rinascita del nostro paese, gomito a gomito, uomini e donne provenienti da diverse esperienze e tradizioni politiche.

Eppure in quel momento, consapevoli del compito alto al quale erano stati chiamati, famiglie politiche diverse seppero metter da parte le naturali e legittime divergenze per ricostruire il paese.

Oggi dobbiamo tramandare alle nuove generazioni quelle entusiasmanti esperienze perchè rappresentano le fondamenta più solide delle nostre società democratiche.

“La Costituzione è un buon documento, amava ricordare il Presidente Pertini, ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta”.


Il 25 aprile, dicevo, ha per noi apriliani però un sapore particolare. Oggi celebriamo il compleanno della nostra amata città e ricordiamo il sacrificio ed il coraggio di quanti hanno prestato la loro opera, e in molti casi la propria vita, per la sua fondazione e la sua ricostruzione.

Una città che fu distrutta dalla brutalità della guerra che sul nostro territorio mostrò uno dei suoi volti più cruenti. Intensi scontri e pesanti bombardamenti dilaniarono case, terreni, strade e la serenità di intere famiglie. Così oggi onoriamo anche la memoria dei nostri pionieri che seppero ricostruire questo centro urbano da zero regalandoci la nostra città ed un futuro di libertà.

In questi anni, a tal proposito, abbiamo costruito diversi percorsi legati alla nostra memoria e cultura per ricordare tutti questi eventi.


Quest’anno la celebrazione del 25 aprile arriva purtroppo in un momento piuttosto complicato per la comunità internazionale che sente risuonare gli echi della guerra. Dopo due anni di Pandemia, caratterizzati dalla lotta al Coronavirus, ci troviamo a fare i conti con una nuova preoccupante sfida.

Il conflitto in Ucraina e le immagini alle quali assistiamo ormai da troppi giorni ci angosciano e ci ricordano di quanta cura ha bisogno la nostra democrazia. Di quanta dedizione quotidiana dobbiamo sprigionare per sostenere le colonne delle nostre società libere.

L’unica via al conflitto è quella diplomatica e che la pace, la democrazia e la libertà possano ancora una volta trionfare.


La nostra Costituzione e anche la storia di Aprilia, però, sembrano suggerirci che è proprio tra le macerie, sotto le bombe o tra la miseria umana, che si annida il seme della speranza. E la speranza passa attraverso i gesti e la volontà delle donne e degli uomini di oggi.


Questo 25 Aprile, dunque, ci ricordi il nostro dovere di apriliani, di italiani e di europei. Il dovere dell’impegno per costruire e ricostruire spazi comuni, capaci di unire. Il dovere della difesa degli ideali scolpiti nella nostra Costituzione.

Il dovere di assicurare ai nostri figli e ai nostri nipoti un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto in consegna. Il dovere di costruire una casa europea capace di assicurare nel continente e nel mondo intero un futuro di sviluppo, di pace e di progresso per tutti.


Quella di oggi è e deve essere, soprattutto, una Festa.
La Festa della speranza, della civiltà.


La Festa di tutti coloro che credono nei principi che sono alla base del nostro Stato di diritto, di tutti coloro che si riconoscono nella comunità internazionale.


La Festa di chi ha creduto nella rinascita del nostro Paese e nell’Europa come fulcro di pace tra i popoli e di benessere sociale. La festa dell’Italia e della nostra città.
Viva la Costituzione, viva Aprilia, viva l’Italia, viva l’Europa.


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