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Massimi. L’importanza della sanità territoriale


L’importanza della sanità territoriale, Massimi: “Vogliamo esserci quando verrà firmato il protocollo d’intesa per il punto di assistenza territoriale”

Alla presenza dell’Assessore D’Amato, del Consigliere Regionale La Penna e del Sindaco di Cisterna Mantini, è emerso in un incontro pubblico organizzato ieri dal comitato elettorale di Giancarlo Massimi, la necessità per Sabaudia di avere un punto di assistenza territoriale aperto h24.

“A marzo è stato approvato il progetto di fattibilità del PAT (Punto di Assistenza Territoriale) il nostro obiettivo è vincere le elezioni per esserci quando verrà firmato il protocollo d’intesa, con la Regione, per la sua apertura. Sarebbe un passo importante per Sabaudia e per la sua assistenza sanitaria territoriale”.

D’Amato e La Penna, in tal senso, rispondendo alle domande poste dalla moderatrice Valentina Rifici Silvestri (candidata nella lista Massimi Sindaco per Sabaudia) hanno evidenziato la crucialità del passaggio storico in essere: “La misura 6 del PNRR porta nel Lazio ben 600 milioni per la capacità di presa in carico della medicina territoriale.

Tra questi ci sono i fondi per Sabaudia e, nello specifico, per la costruzione di una casa della salute. Ma questo porta con sé una serie di domande: quali servizi includere? Come impostare la casa di comunità? Come investire su un modello sostenibile di presa in carico della gestione della medicina territoriale?

Affinché si possa avviare una seria progettualità, capace di sciogliere questi dubbi, sono necessari amministratori competenti e capaci di creare una filiera istituzionale con la Regione: Giancarlo Massimi è, in questo senso, la figura ideale per Sabaudia”.

La discussione, anche grazie alla sollecitazione di Genoveffa Guizzon (consulente alla pari e candidata nella lista Massimi Sindaco per Sabaudia) si è poi spostata sulla salute mentale.

Un problema – ha spiegato Guizzon – che colpisce specialmente i bambini autistici che dai 18 anni in poi smettono di essere seguiti dal neuropsichiatra infantile lasciando le famiglie in difficoltà.

“Dobbiamo fare di più – ha spiegato D’Amato – ma la Regione Lazio si sta mostrando particolarmente sensibile da questo punto di vista: attraverso il progetto AiutaMente sono stati stanziati 11 milioni, per la salute mentale dei più giovani, da destinare su tre direttrici (ascolto nelle scuole; rafforzamento della rete dei professionisti; strumento del bonus psicologo)”.

Nell’ottica di predisporre una rete locale e distrettuale, hanno convenuto i relatori, importante sarà partire dal centro per la neuropsichiatria di Priverno: un’eccellenza da valorizzare e mettere in connessione diretta con le altre città della Provincia.


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