“Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.”
Così Vittorio Sgarbi arriva al Teatro Sistina di Roma, da venerdì 9 a domenica 11 dicembre, mattatore di ”Caravaggio”, suo monologo-spettacolo alla scoperta della tormentata vita e della pittura rivoluzionaria del maestro di capolavori come Giuditta e Oloferne, David con la testa di Golia e di una mai più ritrovata Natività, al secolo Michelangelo Merisi. Ad accompagnare il racconto di Sgarbi in scena, la musica di Valentino Corvino e le immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio, per la regia di Angelo Generali.
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