teatro pontinia
L'Arsenale delle apparizioni

Pontinia un weekend all’insegna del teatro


Fine settimana al Fellini con la Bottega degli Errori la scuola di recitazione diretta da Clemente Pernarella e Melania Maccaferri, Due appuntamenti costruiti nel corso dell’anno accademico con gli allievi dei laboratori.

Venerdi 16 ore 21:00

L’arsenale delle Apparizioni

Un lavoro del corso adulti de “La bottega degli errori” regia e drammaturgia Clemente Pernarella. Sulle tracce di Luigi Pirandello tra le novelle e il teatro del grande Agrigentino.
Con
Emanuele Accapezzato
Pier Giorgio Avvisati
Valentina Bertoni
Federica Caratelli
Vilma Ciccone
Alessandro Federici
Maria Cristina Nicotra
Antonella Paolino
Claudio Samori
Anna Zaccheo

L’Arsenale delle apparizioni

L’arsenale delle apparizioni compare nell’ultima opera di Luigi Pirandello: “I giganti della montagna “. Si tratta di una grande stanza di una strana Villa remota e dimenticata dove il protagonista, un vecchio curioso, forse un mago ha riunito intorno a sé, ospitandoli nella sua casa, degli assurdi personaggi. Cotrone, questo il nome del vecchio, offre ospitalità ad una compagnia di attori e li invita per riposare a passare la notte in questa grande stanza. Il luogo è inquietante, contiene qualsiasi cosa ma soprattutto manichini e marionette che paiono vivi. I Giganti della montagna è l’ultima opera del drammaturgo agrigentino, rimasta incompiuta. E’ lecito immaginare che in questo dramma e magari in questi ambienti Pirandello abbia deciso di lasciare e racchiudere la sua vita e la sua opera. Una grande villa abbandonata, un mago stregone e un magazzino, l’arsenale appunto, che contiene niente altro che visioni, apparenze. Nulla di concreto o forse invece quanto di più “reale” si possa immaginare. Se la vita che attraversiamo ci relega in una forma che spesso non corrisponde nemmeno all’idea che abbiamo di noi stessi ecco che l’apparenza, la visione, i fantasmi ritornano come unica possibilità di abitare il quotidiano. Tutto a costo di una rinuncia: la rinuncia ad ogni certezza, ad ogni sicurezza. Forse questa rinuncia è impossibile “bisognerebbe non vivere” dice il Filosofo, uno dei protagonisti dell’atto unico “All’Uscita”. Alternative per Pirandello parrebbero non esistere quello si intravede qualche piccola luce, forse una via d’uscita, forse una speranza. Un solo tentativo è concesso: non rassegnarci alla prigionia, ai muri che noi stessi costruiamo intorno alle nostre esistenze preoccupati di salvare la nostra realizzazione, accettare come possibili visioni e idee della verità diverse dalle nostre o addirittura rifiutare l’idea che esista una verità. Guardare la natura, accorgerci che respiriamo mentre respiriamo. “La vita è vento, la vita è il mare, la vita è il fuoco non la terra che si incrosta e assume forma.”

Delitti

Domenica 18 dicembre ore 21:00

Delitti

Lavoro degli allievi del corso adulti del primo e secondo anno. Testi tratti da Max Aub e Aldo Nicolaj drammaturgia e regia Clemente Pernarella
Con: Antonio Agnello, Francesco Astro, Gabriele Borraccetti, Angela Cavaricci, Giulia Ceglia, Simone Ciocca, Simone Covelli, Flavia Del Giudice, Fabiana Esteso, Maria Grassano, Leonilda Guardascione, Raffaella Leonetti, Francesca Naletto, Mascia Timpone, Michela Tombolillo.

Esiste una letteratura e forse un teatro del “Delitto”, una strada che molti autori hanno percorso, quella di leggere il mondo attraverso gli occhi di coloro i quali si sono macchiati della colpa dell’uccisione. Gli autori sui quali lo spettacolo è costruito hanno scelto il punto di vista deformato del grottesco, del dissacrante dell’umorismo e della risata. Non ci si prende sul serio, si scherza, tuttavia rimane un aspetto perturbante nel gioco: la leggerezza, la normalità. E’ possibile non prendere sul serio il punto di vista di un omicida ma siamo sfiorati dal dubbio, affrontando l’argomento in questo modo, che i personaggi davanti a noi non siano da noi troppo diversi. Certo non commetteremmo mai un omicidio ma ci si domanda se la violenza sia un elemento del tutto estraneo alle nostre placide e tranquille esistenze. Probabilmente no e non basta considerarsi “buoni” o “normali” per sentirsi lontani da ogni idea di violenza, è necessario riconoscere sé stessi e riconoscere che la violenza è troppo spesso accettata e lasciata passare senza che questo ci scandalizzi. Troppo chiusi dalla nostra mediocrità dice Aub per capire che abbiamo abdicato già troppe volte alla necessità di prendere una posizione e di esprimere dissenso, lasciando che il mondo proceda a prescindere da noi in una direzione di cui la nostra indifferenza è complice. Troppo spesso tentati dal considerarci migliori rifiutiamo l’idea di considerarci comunque responsabili di ciò che ci accade intorno.

Due grandi autori e uno strumento troppo poco usato per aprire squarci di riflessione profondi: la risata. Si ride, si ride per esorcizzare si ride per ricordarsi che ancora siamo in grado di ridere ma sempre meno capaci di giocare.

Comunicato Stampa: Associazione culturale Lestra


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